di Antonio Vecchione
Pro Loco Baiano, Festa della nocciola. Domenica 15, teatro Colosseo, un interessante convegno sulla coltivazione del nocciolo, sulle politiche per favorire la filiera agro – alimentare del territorio e sui rischi dei cambiamenti climatici. Partecipano Enrico Montanaro, sindaco di Baiano, Biagio Arbucci, presidente associazione agricoltori “Valle del Clanio”, Salvatore Guerriero, presidente PMI, Felice Conte, agronomo, Francesco Sodano, imprenditore. Conclusioni di Maurizio Petracca, onorevole regionale. Il convegno, condotto mirabilmente da Giusi De Laurentiis, si apre con i saluti istituzionali dei dirigenti Pro Loco, Mariella Del Basso e Raffaele Compagnone, i quali evidenziano il successo della Festa giunta alla trentesima edizione fregiandosi del titolo di “sagra di qualità”. Un evento che dà lustro a Baiano per le migliaia di ospiti che attrae da tutta la regione. Un grazie particolare all’Associazione “Piccola Cometa Alessia Bellofatto” e all’impegno di Saverio Bellofatto e Cettina Prezioso, che hanno curato una mostra con piccoli capolavori artistici in cartapesta, ricchi di colori e significati, opera di ragazzi speciali del centro “Equilibrium” e dell’istituto “Mons. Guerriero” di Avella.
Molto apprezzati gli intervalli poetici di Paola Miele.
Gli interventi
Enrico Montanaro: Un grazie sincero alla Pro Loco per la straordinaria Festa organizzata e per questo convegno nel teatro Colosseo, che presto sarà dotato di attrezzature per diventare un luogo inclusivo per persone disabili. La cura di ogni particolare, l’impegno di un centinaio di volontari ed in particolare di una schiera numerosa ed entusiasta di giovanissimi, la qualità del cibo, gli spettacoli a cura dei numerosi gruppi di artisti, gli stand con le pregiate specialità del territorio, hanno richiamato a Baiano migliaia di persone. Possiamo dire con orgoglio di aver recuperato il valore della nocciola e contribuito alla crescita di aziende produttive del settore. Osserviamo che le associazioni, spesso, hanno una funzione di supplenza rispetto ai comuni. Oggi siamo consapevoli che si può fare impresa con le nocciole e, ciascuno con le sue responsabilità, deve contribuire a unire gli sforzi per fare rete. Ringraziamo anche l’onorevole Petracca per l’aiuto della regione, che ha risposto concretamente alle calamità naturali in seguito al nubifragio che ha devastato il territorio di Baiano e Mugnano. Concludo con un appello: cerchiamo di promuovere l’agricoltura che è la nostra occasione di sviluppo.
Salvatore Guerriero: Solo un saluto per ricordare che per fare le aziende sono importanti le nocciole, ma ci vuole anche una struttura e una cultura imprenditoriale. Le difficoltà per la crescita sono note: crisi ambientale e la parcellizzazione delle proprietà, ormai ridotte a piccoli lotti. Le soluzioni sono chiare: studio e ricerca per il clima e per migliorare la produzione e associazionismo per superare i problemi delle aziende troppo piccole. Solo insieme si cresce. Inoltre occorre un intervento della politica per indurre le banche a finanziare le aziende non per le garanzie che offrono, ma per i progetti che mettono in campo e per le capacità di realizzarli. Purtroppo registriamo che spesso i giovani con ottime iniziative o start up innovative per contenuti tecnologici sono costretti a emigrare all’estero per trovare finanziamenti.
Biagio Arbucci: presidente della cooperativa “Valle del Clanio” formata da 44 aziende interessate alla produzione di nocciole e olive. Chiederemo alla regione la nomina di tecnici per la valutazione dei danni in seguito alle devastazioni per le tempeste e inondazioni. Si parla di minime percentuali di rimborsi, circa il 10% e neppure le assicurazioni copriranno i danni ricevuti. Molti i problemi che mettono a rischio la produzione e, di conseguenza, l’economia del territorio (la nocciola e le attività connesse costituiscono il 70/80% dell’economia mandamentale). Prima di tutto c’è l’esigenza di rinnovare il patrimonio arboreo perché i noccioleti sono troppo vecchi e inoltre i cambiamenti climatici costituiscono un ulteriore problema (troppo lungo il periodo tra la fioritura e il raccolto). Registriamo anche un attacco di malattie del nocciolo. Da aggiungere la difficoltà ormai drammatica di trovare collaboratori disposti a lavorare in agricoltura. Una buona notizia potrebbe essere l’individuazione di una varietà di nocciolo resistente alla siccità scoperta a Baiano e un’altra detta “lunga del Clanio”. Dovremmo studiarle sperando in buone prospettive per il futuro. Intanto altra novità da valutare è l’abbandono dei nostri prodotti dalla Ferrero. In questa estate 2024 non ha ritirato neppure 1 kg.di nocciole. Dovremmo attrezzarci per trovare nuovi mercati. (Ndr: Considerazione a margine. Complimenti a Biagio per la denominazione data alla cooperativa: Valle del Clanio. Finalmente rimosso il toponimo “bassa irpinia”, una invenzione destituita di ogni fondamento, un luogo inesistente e a noi estraneo, che nulla a che fare con la nostra civiltà, nata e cresciuta intorno al Clanio).
Felice Conte: Nonostante il nome di “abellana” non c’è più il profondo legame con la nocciola. Che cosa non ha funzionato, la politica o i giovani? Una volta il paese intero era mobilitato intorno alla raccolta delle nocciole. Occorre ricreare questa cultura di attaccamento al nostro prodotto principale e questa festa organizzata benissimo dalla Pro Loco può contribuire a ricreare questa “coscienza”. Molte le criticità dell’agricoltura che sono nazionali. Occorre prima di tutto rivalutare la figura dell’agricoltore, che è un eroe moderno. Senza di loro sarebbe una catastrofe mondiale. Per avere una idea dell’importanza di questa coltivazione, ricordo che dei 92 mila ettari di noccioleti in Italia, 24 mila sono in campania, di cui 8 mila in Irpinia e la metà nel baianese. Poche sono però le aziende che hanno valorizzato il prodotto con investimenti industriali. Il problema è il prezzo di vendita che non è determinato dai produttori, troppo piccoli per imporlo, ma dai compratori. E abbiamo nuove tendenze che ci penalizzano. Oggi la Ferrero, di cui siamo sempre stati schiavi, investe nelle Marche e sembra orientata a non acquistare più il nostro prodotto. Occorre dare una mano ai produttori e formarli alla gestione del mercato. Altre importante funzioni sono il contrasto ai cambiamenti climatici e la lotta agli agenti patogeni come la cimice asiatica. Occorre evitare il diserbo chimico e rivalutare l’arricchimento del terreno con il “pascone”. Come pure monitorare gli insetti e lanciare in campagna degli antagonisti naturali per limitare i danni. A questo scopo è fondamentale coinvolgere la regione nella ricerca e nella difesa del prodotto.
Francesco Sodano: Grazie all’impegno della Pro Loco, riportiamo a centro del dibattito territoriale l’agricoltura, di cui abbiamo smarrito la dimensione, sia economica ma anche sociale e ambientale. Abbiamo perso, per questo, occasioni di sviluppo. La festa ci offre l’opportunità di una riflessione per tentare una rinascita, prima di tutto della figura dell’agricoltore, fondamentale per la difesa ambientale. Ma occorre una formazione culturale per organizzare associazioni con l’obiettivo di valorizzare il settore e creare reddito. La soluzione potrebbe essere quella di unire le forze per ragionare su come crescere e migliorare. Il mercato ha le sue esigenze e noi dobbiamo essere bravi a soddisfarle, ad abbassare i costi di produzione, a cercare mercati nuovi con capacità di spesa più alta, ma sempre nel rispetto dei parametri di produzione. Vigilare sulla concorrenza, che deve essere leale. La nocciola non deve essere intesa soltanto come una “fortunata integrazione al reddito” , ma occasione di investimenti seri e professionali. Il problema di noi imprenditori è di programmare la produzione e abbiamo bisogno di impegni certi dei produttori di nocciole (purtroppo spesso vengono meno). La Ferrero è una potenza industriale che fa crescere il mercato e noi non dobbiamo soltanto stargli dietro, ma essere alternativi. In conclusione, o diventiamo professionisti del settore, o saremo perdenti.
Petracca: per parlare di sviluppo occorre partire da un’analisi storica. Nel dopo sisma si immaginò un futuro industriale per l’Irpinia. Gruppi importanti come Ferrero, Fiat ed altri, sfruttando elevatissimi incentivi pubblici, aprirono industrie in Irpinia. Un errore di valutazione se si pensa che l’occupazione piena non ebbe lunga durata. Negli anni novanta molte industrie chiusero (salvo quelle pubbliche) e, per fortuna, riemerse la vocazione principale del territorio, l’agricoltura, anche grazie ai finanziamenti europei (la Campania è la seconda regione italiana per i finanziamenti ricevuti). Purtroppo l’Irpinia soffre di un difetto rovinoso per lo sviluppo: siamo litigiosi oltre ogni limite e non riusciamo a trovare modalità di collaborazione per raggiungere obiettivi comuni. La storia degli ultimi anni lo dimostra. Il Sannio nella produzione di vino è partita molto dopo di noi ma in dieci anni ci ha scavalcati ed ha triplicato la produzione. Si sono alleati promuovendo il territorio, non le singole aziende come facciamo noi. Inutile criticare la Ferrero che è legata ai suoi interessi. Ricominciamo dall’IGP e coinvolgiamo gli imprenditori. Io ho trovato risorse per gli stati generali dell’agricoltura, per le 7/8 filiere presenti in provincia. Noi abbiamo grande potenzialità di sviluppo ma auspico e promuoverò un efficace spirito di coesione.