Da anni in Italia è stata inaugurato la politica dei bonus rivolta soprattutto verso le famiglie a basso reddito, e durante il Governo Renzi, in materia di concessione dei famosi 80 euro mensili alle famiglie con prole, non esisteva nemmeno la soglia del reddito minino per accedervi. Negli anni abbiamo visto poi il bonus cultura, rivolto ai giovani naggiorenni, voluto fortemente da Dario Franceschini. Durante la pandemia, con il secondo Governo Conte, ci sono stati i bonus alimentari gestiti dai comuni, non sempre in maniera chiara e limpida . Senza poi considerare la istituzione del reddito di cittadinanza prima e quello di inclusione poi, non hanno abolito la povertà, ma ne hanno solo mitigato gli effetti.
Ma ad oggi la politica dei bonus, non ha sortito gli effetti sperati, invero se analizziamo ultimi dati ufficiali che certificano l’aumento della povertà in Italia, con maggiori famiglie che si rivolgono alla Caritas per ottenere pacchi alimentari e vestiario ( anche persone che hanno un lavoro), sono quasi sei milioni di famiglie che vivono in povertà nel nostro paese, di cui 1 milione 400 sono minori, e dunque ci rendiamo conto che le politiche assistenziali, che potevano andare bene negli 80, oggi non aiutano i cittadini ad uscire dalla situazione di difficoltà economica.
Ergo, ad uno Stato assistenziale, dovrebbe essere sostituito uno Stato Imprenditore, che sostenga con una vera politica economica le aziende, e soprattutto le medio e piccole imprese che danno lavoro a milioni di famiglie e che sono il fulcro della produzione nazionale.
Servirebbe una vera politica di incentivi a quelle imprese innovative, che sanno stare sul mercato con competitività e coraggio imprenditoriale, consentendo alle stesse di fare assunzioni e di aumentare la produzione industriale.
Solo aiutando e sostegno veramente chi fa impresa, si sconfigge la povertà e si crea lavoro, reddito e sviluppo.
Al momento attuale servono politiche liberal/ democratiche , nel campo economico per dare nuovo vigore e sostanza a quell’articolo 41 della Costituzione italiana che discorre di libera iniziativa economica in termini solidali e di sviluppo sociale ed economico, e nuove politiche attive del lavoro per far ripartire il paese.
Dott. Marco Grossi