In una domenica di novembre, i sirignanesi si ritrovano come da tradizione nelle montagne del loro comune per celebrare un rito antico e carico di significato: il Maio. Questo suggestivo evento precede la festa di Sant’Andrea Apostolo, patrono del paese, celebrata il 30 novembre.
Un legame profondo tra la terra, il legno e il Santo Patrono
Il rito del Maio affonda le sue radici in un’usanza tramandata dagli antenati “mannesi”, gli abili taglialegna che un tempo resero Sirignano un centro d’eccellenza per l’industria boschiva del Meridione. Durante questa giornata, il popolo si dedica al taglio di tronchi d’albero che saranno successivamente offerti in dono a Sant’Andrea, in una cerimonia che si rinnova ogni anno.
Il legame tra Sant’Andrea e il rito arboreo è profondo e simbolico. Sant’Andrea, infatti, fu crocifisso su una croce a forma di “X”, composta da due tronchi d’albero, a differenza della croce tradizionale di Gesù. Le montagne di Sirignano, ricche di boschi, richiamano idealmente il legno della croce, creando un parallelismo unico che lega il Santo al territorio e alla comunità.
La celebrazione del Maio
I tronchi, conosciuti localmente come “Mai”, verranno trasportati il 30 novembre con il tradizionale “Tiro del Maio”. In questa cerimonia, i tronchi vengono trascinati lungo le strade del centro storico fino a Piazza Principessa Rosa, dove si erge la chiesa dedicata a Sant’Andrea. Il corteo, festante, è accompagnato da musiche popolari suonate con fisarmoniche, tammorre e nacchere, e da balli che celebrano la cultura e la tradizione locale.
Non è solo un atto rituale, ma un momento di unione e condivisione per i sirignanesi, che approfittano di questa occasione per riunirsi e assaporare le prelibatezze della cucina locale, tra fede e convivialità.
Un patrimonio culturale e storico unico
Sirignano non è solo il custode del rito del Maio, ma anche un paese con una storia affascinante. Piazza Principessa Rosa, cuore pulsante della festa, è stata in passato teatro di illustri passaggi: cavalli e carrozze nobiliari, aristocratici napoletani, poeti e cantanti lirici di fama mondiale, attori di teatro e cinema. Questo glorioso passato si intreccia con l’identità di Sirignano, che ogni anno rivive la sua storia e rinnova il suo legame con il Santo Patrono.
La festa del Maio non è solo una tradizione, ma un rito che testimonia la profonda devozione del popolo di Sirignano verso Sant’Andrea e la sua croce. Un evento che unisce fede, storia e identità locale in una celebrazione unica nel suo genere.