Origini e percorso Stefano Colucci, originario di Sirignano (AV), è una figura emergente nel panorama del collezionismo e del mercato dell’arte. Figlio di Antonio Colucci, ex direttore delle poste di Baiano e Sirignano, e fratello di Michela, Stefano si è avvicinato al mondo dell’arte solo un paio di anni fa. Nonostante la recente incursione in questo settore, il suo contributo è già straordinario. Colucci si è distinto per la sua capacità di scoprire tesori nascosti, restituendoli alla comunità attraverso musei e collezioni private di prestigio.
Un talento innato per il recupero artistico Con l’intuizione di un investigatore e la passione di uno studioso, Colucci ha portato alla luce opere dimenticate di artisti come Giovanni Battista Naldini, Pier Francesco Mola, Gaspare Diziani e Nicolas Régnier. Una delle sue scoperte più recenti e significative è un dipinto inedito attribuito a Giovanni Lanfranco (1582-1647), intitolato L’uomo barbuto. L’opera raffigura un personaggio di straordinaria intensità – probabilmente San Pietro o un filosofo – ed è stata attribuita da Massimo Pulini, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e stimato esperto di pittura seicentesca.
Un evento memorabile La presentazione del dipinto si è tenuta nelle storiche sale del Senato della Repubblica, alla presenza di illustri ospiti. Tra questi, Caterina Volpi, docente di storia dell’arte presso La Sapienza di Roma, Roberta Degrado, restauratrice di fama, e rappresentanti del Vaticano. Durante l’evento, il professor Pietro Di Loreto ha moderato una conferenza che ha esplorato il significato storico e artistico della scoperta, sottolineando l’importanza del Barocco italiano nel contesto culturale internazionale.
Il futuro dell’opera e la mostra a Cremona L’uomo barbuto sarà il fulcro di una prestigiosa mostra sui caravaggeschi che si terrà dal 12 dicembre presso Palazzo Fodri/PQV Fine Art di Cremona. Questo evento rappresenta un’importante occasione per il pubblico di ammirare un capolavoro dimenticato, simbolo della capacità dell’arte di rivelare frammenti della nostra identità culturale.
Stefano Colucci: una missione culturale “Scoprire un capolavoro nascosto non è solo un’emozione personale, ma un contributo alla storia collettiva,” ha dichiarato Colucci. Il suo impegno va oltre il collezionismo: vede nel recupero delle opere dimenticate una missione culturale e spirituale. Collaborando con esperti come Pietro Venneri Quattriglia e Massimo Pulini, Colucci dimostra come passione e competenza possano restituire al mondo autentici tesori.
Grazie alla visione e all’impegno di Stefano Colucci, il patrimonio artistico italiano continua a essere arricchito e valorizzato, consentendo al grande pubblico di riscoprire opere di inestimabile valore storico e culturale.