I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Montesarchio e i Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Benevento hanno dato esecuzione ad una ordinanza di sequestro preventivo a fini di confisca emesso dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Benevento per la somma complessiva di euro 35.200,00 su un conto corrente acceso presso un istituto di credito irpino nei confronti di un avvocato del foro di Avellino, gravemente indiziato del reato di truffa in danno di un gestore telefonico, reato per il quale è competente l’autorità giudiziaria di Benevento. L’originario sequestro d’urgenza emesso da questa Procura era stato inizialmente convalidato dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Avellino, competente per il luogo di esecuzione del sequestro, poi oggetto di ulteriore convalida da parte del GIP sannita.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura di Benevento, trae origine dalla querela presentata da una compagnia telefonica in ordine a due accordi di transazione conclusi con il legale indagato, in merito ai quali era emerso, grazie ad un controllo a campione, la completa falsità delle sottoscrizioni apparentemente apposte dagli utenti sulle procure speciali conferite all’odierno indagato.
Tali accordi transattivi riguardavano plurimi atti di citazione in giudizio, presentati in maniera seriale dal medesimo difensore, cui erano allegate procure speciali asseritamente sottoscritte dagli utenti al fine di ottenere il risarcimento del danno per l’illecito trattamento dei dati personali per pubblicità personalizzata ricevuta tra il 2017 e il 2020 in mancanza di esplicito consenso degli utenti, nonché per l’applicazione unilaterale da parte dell’operatore telefonico della tariffazione a ventotto giorni.
Dalle successive indagini – e dalla audizione dei soggetti apparentemente firmatari delle procure speciali e clienti del legale – emergeva il disconoscimento delle sottoscrizioni apposte sulle procure allegate alle transazioni e del conferimento di incarico al professionista.
Emergeva altresì il dato, grazie al meccanismo fraudolento ideato, dell’induzione in errore ai danni della compagnia telefonica e l’incasso diretto della somma complessiva di euro 38.400,00, quale provento del reato, grazie ai numerosi bonifici disposti dal gestore telefonico tra maggio e giugno 2022 ed il successivo passaggio delle somme su conti correnti intestati a soggetti diversi dal legale ma nella sua diretta disponibilità.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare reale disposta in sede di indagini preliminari, suscettibile di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.