Le “messe ‘e notte”, messe celebrate prima dell’alba nella Chiesa di S. Stefano, sono la gemma più preziosa nello scrigno delle nostre tradizioni, un grande orgoglio del popolo baianese, che ne rivendica il valore simbolico. La storia ci racconta che dal 13 dicembre, prima messa di Santa Lucia, ha sempre avuto inizio il percorso di Fede, di tradizione, di folclore, di emozioni per accompagnare la comunità baianese a celebrare il Natale, con il suo messaggio di amore, di speranza e di pace, e la Festa del Maiodi S. Stefano, nella quale il popolo baianese ritrova se stesso, la sua storia, la sua identità, la sua unità intorno a valori condivisi, immutati nel tempo. Purtroppo non c’è più quella mobilitazione popolare che le ha caratterizzate fino a qualche anno fa, ma chi è disposto al sacrificio di sedere ogni mattina tra i banchi in queste albe dal 13 al 25 dicembre vive la funzione con intenso fervore. Sono, questi appassionati protagonisti, preziosi custodi di questi significati e cercano orgogliosamente di promuoverli per trasmetterli alle generazioni future. In un’atmosfera evocativa i devoti presenti si guardano intorno per registrare le presenze in una specie di appello mattutino, silenzioso ma premuroso, quasi un voler essere certi che non manca nessuno. La presenza di ciascuno di noi per tutti gli altri è importante ed è la consapevolezza che soltanto “insieme” si costruisce quella fiducia, quella solidarietà e speranza che ci fa essere una comunità unita intorno alla nostra identità di Cristiani e Baianesi. Ci sentiamo titolari di un privilegio, parte di qualcosa più grande di noi che ci unisce, inorgoglisce e gratifica. E’ in Chiesa, prima dell’alba, che il popolo di Baiano ritrova se stesso. E’ in Chiesa, prima dell’alba, che il popolo rinnova il suo impegno storico col Santo e restituisce valore e significato al dono del Maio. Una tradizione che non deve mai spegnersi: la festa del Maio perderebbe il suo valore. Per questo la comunità deve essere riconoscente al manipolo di fedeli che, vento o gelo, pioggia o neve, alle 05.30 del mattino, conferma il vincolo col Santo. L’atmosfera che si vive è arricchita non solo da questi stati d’animo, ma anche dai suggestivi brani eseguiti, nel rispetto delle tradizioni, da una banda di qualificati musicisti e da interventi di fedeli dall’altare che ci commuovono facendo vibrare le corde dei cuori. Questa fiamma che spinge a manifestare i propri sentimenti ai piedi dell’altare costituisce l’espressione più pura dell’aspirazione di ciascuno di noi a condividere questi slanci affettivi con la comunità. Domenica 22, dall’altare di S. Stefano, abbiamo ricevuto una testimonianza di amore per il prossimo da Maria Grazia Colucci,una donna di cultura popolare ma di nobili sentimenti. Figlia di Stefano Colucci, ‘o sorice, baianese doc, storico protagonista della carnevalesca Zeza Baianese, Maria Grazia arriva all’alba di ogni giorno da Monteforte, dove abita, per manifestare il suo attaccamento a Baiano. Ci ha regalato una preghiera scritta con il cuore, non per una personale grazia, ma, con quella semplicità che è patrimonio della sua sensibilità d’animo, per chiedere l’intervento divino per la Pace nel mondo e per porre fine alle sofferenzedell’umanità. Quanta dolcezza nel modo con il quale si rivolge a Gesù: lo chiama “bambeniello” e si percepisce non soltanto la delicatezza dei suoi sentimenti nel rivolgersi a Lui per una Grazia ma anche l’amore, non per la sua natura Divina, ma come di una mamma per il proprio bambino.
A preghiera d’’o Bambeniello e ‘e S. Stefano
Manca poco a Natale e ‘e passi nuosti e ‘o corepuntualmente ci portano ccà a matina p’a nuvenao Bambeniello e a S. Stefano. Anche se si sente l’età che avanza, ci date ancora a forza d’’o fà e stu percorso ca facimme ci fa ancora crescere e migliorà anche con l’aiuto di don Fiorelmo. Eppure chesta vota simme nuie a vi chiedere e purtà nu poco e pace e alleria in quei luoghi dove è nato e cresciuto o Bambeniello perchè a guerra sta facendo male e fa chiagnere. Fa che possano sentì a vicinanza nosta e mettere fine a questo dolore. E tiempi so cagnate ma ci si soffre ancora, speriamo che ‘e cose cagnano e poter dire che ‘e preghiere so state sentite. Bambeniello e S. Stefano vuie che ci verite e sentite pure e desideri nuosti, fate che ci putesseve cunsulà. Si sentono solo cose brutte che non pensavamo di sentire più eppure stanno succerenne. Portate un po’ di fede in più rinto o core re persone e nun fa commettere peccati e trovà sempre e parole giuste al momento giusto per non perdere a ragione. Nuiesperammo sempre nell’aiuto vostro per trascorrere chisti jurne cu serenità e contentezza che nun ce mancano e sentimme e augurà un buon Natale, anche a te, caro Roberto, insieme a loro che ti hanno voluto là. Maria Grazia Colucci
Una storia a parte sono le suggestive melodie eseguite dalla piccola banda che si diffondono tra colonne, banchi, sedie e altari, ed esaltano la sacralità del rito e la commossa partecipazione popolare. Una tradizione schiettamente baianese, colpevolmente abbandonata negli anni sessanta e ripresa nel 1998. Dopo più di 30 anni nasceva la manifestazione “La Banda in Chiesa”, un’idea felice e vincente, esportata poi in numerose comunità. Grazie a un gran numero di artisti, generosi e disponibili, costituitisi poi in associazione “Amici del Maio”, i brani della nostra tradizione risuonano ancora nel profondo dell’anima delle persone più anziane e affascinano i giovani. Il gruppo dei musicisti ormai storici è sempre più motivato, appassionato ed esperto e quest’anno, con il valore aggiunto di un programma particolarmente qualificato ad opera dell’apprezzato maestro Egidio Napolitano, prevede due spettacoli finali: “Concerto di S. Stefano”, il 28 dicembre, ore 19.00, Chiesa di S. Stefano e il “Concerto di Capodanno”, 1 gennaio, per 18.00, Teatro Colosseo. Si realizza un sogno che continua e non si spegne. Grazie a tutti.
Baiano, 24 12 2024
Antonio Vecchione