
Padre Pio, nell’alto dei Cieli e nella sua infinità bontà, è certamente comprensivo nei confronti dei ragazzi protagonisti di una serata “movimentata”. Le sue braccia sono sempre allargate per accogliere tutti con benevolenza.
di Antonio Vecchione
Larga diffusione ha avuto sui social la vicenda dei ragazzi che, a Baiano, si sono aggrappati alla statua di Padre Pio in piazza per scendere dal rialzo della tribunetta, situata alle spalle del Santo, a livello di strada. In pratica hanno “abbracciato” la Statua e si sono lasciati scivolare a terra. Ne ha parlato perfino l’onorevole Borrelli, il quale si esprime in questo modo: “Quello di Baiano è un gesto inqualificabile frutto di una sub-cultura che caratterizza sempre più spesso l’agire di tanti giovanissimi inebriati dalla violenza, da una profonda ignoranza e da un degrado morale preoccupanti”. Sono seguiti centinaia di commenti che, con lo stesso sdegno, hanno gridato allo scandalo auspicando punizioni esemplari per questi giovanissimi. La mia riflessione in merito è di segno opposto. Prima di tutto sono amareggiato per l’immagine di Baiano che ne esce a pezzi. Parlare di sub – cultura, oppure di degrado morale o peggio di giovani inebriati dalla violenza è una falsificazione della realtà. A Baiano non c’è questo rischio, essendo un ambiente sano. Personalmente mi schiero senza esitazioni, anche se quasi in completa solitudine, dalla parte dei ragazzi. E sono convinto che Padre Pio, nell’alto dei cieli, avrà lo stesso sentimento di tolleranza e di comprensione per ragazzi animati dalla voglia di movimentare la loro serata in un ambiente che offre poco. Infatti io lo definirei un comportamento sopra le righe, compiuto senza pensarci troppo, che potevano evitare, ma senza alcuna volontà dissacratoria; non c’è stato alcun danno, imbrattamento o parole blasfeme, tipo bestemmie o parolacce, nessun atteggiamento delinquenziale. Io, per una equilibrata riflessione, partirei da una premessa: in questa negativa temperie esiste, purtroppo, una profonda frattura tra generazioni, che non comunicano tra di loro né si rispettano. I giovanissimi sono disorientati e fanno fatica a individuare il percorso della propria vita. Alla loro età, noi genitori e nonni, avevamo valori certi e un percorso di vita già tracciato. Ci bastava fare il nostro minimo dovere, come studiare o cercare un lavoro. Oggi i giovani non hanno alcuna certezza né di valori né di futuro. E’ questo il mondo che lasciamo in eredità. Ebbene in questa dimensione di spazio e tempo fermi, di vita sospesa, può capitare che i ragazzi possano trascorrere del tempo con comportamenti fuori norma le righe (come lo scavalcamento di una barriera e di una statua) ma senza volontà profanatoria. Io mi porrei anche qualche domanda. Quale attenzione abbiamo per i problemi esistenziali di questi ragazzi? Che cosa facciamo noi, generazione di padri e nonni, per loro? Quasi nulla, anzi, sento spesso critiche severe sui loro comportamenti. Siamo tutti implacabili censori che lanciano accuse ai giovani, come in questa occasione di oltraggiare Padre Pio. Ma mi permetto di rivolgere a tutti noi un’altra domanda: siamo tutti certi di offrire loro il buon esempio di osservanza dei valori Cristiani? Una comunità si deve far carico delle giovani generazioni, soprattutto dando loro fiducia, sicurezza, convincerli a sforzarsi di immaginare il loro futuro, fatto anche di sogni e incoraggiandoli a impegnarsi per realizzarli. Confesso che, leggere un elenco di centinaia di condanne senza appello, tutte nella stessa direzione, mi ha turbato. Io direi che dovremmo non biasimare i ragazzi, ma aiutarli con il dialogo. Lo sviluppo civile e l’osservanza di regole di rispetto democratico sono responsabilità da condividere e promuovere tutti insieme: famiglia, scuola, istituzioni pubbliche, associazioni sociali, culturali e sportive, comunità parrocchiale. Io inviterei a rimuovere questa immagine falsata di Baiano. Per fortuna, possiamo vantare ottime tradizioni nel fare squadra e nel costruire sogni, di essere una collettività che funziona. Dovremmo essere orgogliosi della nostra identità. Un abbraccio a tutti.