Una proficua opportunità, per identificare fermenti e dati d’indubbio interesse nell’attestare le valenze di civile positività, da cui è attraversato il territorio, nel rapporto tra società e religione alla luce delle esperienze di concreta ed attiva solidarietà, così come si vivono giorno dopo giorno, e praticate dall’Associazione Mariam fraternità, organizzazione non lucrativa di utilità sociale, che afferisce alla Congregazione delle Suore del Buon Samaritano, con sede ad Asmara, la capitale dell’Eritrea, e dalle Suore dell’Ordine di San Vincenzo Pallotti, con un importante presidio attivo ad Avella. Un prospetto di esperienze, dei cui significati di ordine etico e sociale hanno fatto da tessuto connettivo le riflessioni di Franco Manganelli, con riferimento ai contenuti tematici del saggio, di cui è autore – pubblicato di recente dall’editrice ilmiolibro– ed intitolato Cielo e Terra, strutturato in forma di dialoghi sul Padre Nostro, la preghiera-archetipo della fede e della civiltà di matrice cristiana e cattolica. Squarci di vita reale dischiusi, che sono stati al centro della conversazione a più voci, con cui nei locali di via Luigi Napolitano, il Circolo socio-culturale de L’Incontro ha aperto il programma delle attività ed iniziative del ciclo Per conoscere, in agenda per il 2015.
Sull’asse Eritrea-Baiano si dirama l’azione delle Suore del Buon samaritano e di Mariam fraternità: in atto 1500 adozioni a distanza di bambini e bambine, lievitano le adozioni per gli anziani di Asmara.
Di interessante rilevanza, il profilo dell’Associazione Mariam fraternità, fondata nel 2001 e che fa riferimento alla Congregazione delle Suore del Buon samaritano, fondata nel 1964 da Suor Pina Tulino; un ponte ideale, che si è venuto formando e rinsaldando negli anni, con significativa operosità e spirito missionario, facendo interagire la realtà italiana e quella dell’ Eritrea in terra africana. Un ponte, la cui arcata portante è costituita dal presidio con l’annessa Casa famiglia, che apre i battenti in corso Garibaldi, a Baiano. Un presidio, che si ramifica non solo sul territorio intercomunale, inclusivo di Avella, Sperone, Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle, ma anche in ambito interregionale.
E’ la presenza, per la quale la Congregazione e la Mariam fraternità, come evidenziava Anastasia Colucci, impegnata come tanti altri giovani nell’Onlus, allo stato attuale assicurano sostegno – con le adozioni a distanza- a 1500 bambini e bambine, in pratica ad altrettante famiglie, proprio in Eritrea, grazie a quanti mensilmente donano 26 euro per ciascuna adozione; somme irrisorie per la società del benessere materiale occidentale, ma di notevole valore se rapportate alle condizioni di arretratezza, in cui versa il Paese africano. Sono somme, che convertite in moneta locale sono utilizzate per le opere umanitarie, che compiono le Suore del Buon samaritano; opere che vanno dall’assistenza per gli anziani di Asmara – restati soli ed abbandonati, le cui adozioni a distanza sono praticate con donazioni mensili di 15 euro- all’educazione dei ragazzi che vivono in strada; dalla gestione di tre Case famiglia a quella di tre Asili, in fase di ampliamento e realizzati in Villaggi dell’estrema periferia di Asmara, all’attività assistenziale svolta nel carcere femminile della capitale eritrea. Un quadro di attività, scandite dalla raccolta di generi alimentari, che sono inviati in container- via mare- con cadenza periodica e costante, con destinazione la sede centrale della Congregazione, nella capitale eritrea. Un’azione continua, che si salda con le attività mediche ed assistenziali a favore di bambini affetti da particolari patologie ed ospiti della Casa famiglia di corso Garibaldi.
Uno scenario operativo di ampio respiro, reso possibile dalle donazioni, collocato in un contesto oltremodo difficile, sottolineava Anastasia Colucci, per la durezza repressiva del regime dittatoriale e militarizzato, che governa l’ Eritrea, dove la coscrizione di leva è obbligatoria e va addirittura dai 17 ai 52 anni. Una realtà di marcata penuria di risorse materiali e di medicinali, ad eccezione dell’unica e diffusa disponibilità di farmaci anti-Aids, forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità, mentre le uniche infrastrutture primarie e secondarie risalgono alla colonizzazione italiana degli anni ’30. E sul punto, l’obiettivo di Franco Scotto, operante nella struttura organizzativa di Mariam fraternità, era calibrato sulla “lettura” delle molteplici cause delle migrazioni, provenienti dalle aree del sottosviluppo e dirette nel mondo occidentale; un fenomeno umano e sociale, la cui complessità merita analisi attente, senza comodi pre-giudizi e deteriori luoghi comuni. Un atteggiamento di ascolto e di apertura, che prelude all’inclusione all’integrazione con politiche adeguate e di ampio respiro, per una scelta di natura umanitaria, che supera e annulla le distinzioni etniche e razziali; una scelta, che non prescinde dallo stesso declino demografico da cui l’Occidente è segnato da decenni.
Avella e la missione delle Suore dell’Ordine di San Vincenzo Pallotti, in sinergia con il gruppo di volontariato laico per l’assistenza alle famiglie e agli ammalati.
L’identikit della realtà delle Suore del Buon samaritano e di Mariam fraternità, tracciato da Anastasia Colucci e Franco Scotto faceva da prologo, per dir così, alla rivisitazione dell’identikit dell’Ordine delle Suore, fondato nell’Ottocento da San Vincenzo Pallotti, la cui presenza si è venuta consolidando sul territorio, grazie all’attività didattica e formativa della scuola primaria, operativa ad Avella da circa un secolo. Una rivisitazione, compiuta da Suor Anna Simeone – laureata in Giurisprudenza con un eccellente corso di studi- ed approdata alla professione dei voti per l’Ordine delle “Pallottine” lo scorso settembre.
Una storia di sostegno ai più deboli, che vivono il disagio sociale ed economico, le difficoltà familiari; sostegno, per favorirne la promozione umana attraverso l’educazione, lo studio e il lavoro; una storia che prosegue in tutti gli ambiti territoriali, con i campi-scuola, le missioni, i campi-lavoro, in virtù delle strutture, di cui l’Ordine dispone, soprattutto nel Lazio e in Sicilia. Particolari considerazioni Suor Anna Simeone, che è docente ed opera ad Ostia e nella periferia romana, riservava ai giovani, per la cui crescita civile e morale le generazioni adulte, le famiglie, i laici, oltre che le religioni hanno notevoli responsabilità da assolvere, specie a fronte delle trasformazioni della società contemporanea; società, i cui riferimenti non sono più quelli di qualche decennio fa. Di qui le puntuali e congrue riflessioni sulle tematiche di genere, dell’aborto, dell’eutanasia, sviluppate con linguaggio efficace e lineare. Una realtà, quella giovanile, la cui indifferenza o indolente “strafottenza” spesso è più una crosta di superficie che altro; realtà, invece, da saper comprendere ed…ascoltare.
Altri passaggi erano riservati da Suor Anna Simeone alle attività, svolte sul territorio intercomunale dal presidio delle Suore Pallottine e del gruppo di volontariato di riferimento, nel sostegno alle famiglie, agli ammalati e ai migranti. Attività, che si sviluppano nel corso dell’anno, toccando l’apice nel periodo dell’Ottavario, successivo all’Epifania.
Il Padre nostro progetto di vita, nella visione di Manganelli
Esperienze distinte ed espressione di spirito di servizio verso gli altri a confronto, attraverso le voci giovanili di Anastasia Colucci, Suor Anna Simeone e Franco Scotto. Una successione di profili di solidarietà, su cui Franco Manganelli inseriva le valenze dell’afflato del Padre Nostro, interpretato ed analizzato in forma dialogica, tra il personaggio-Agnello, che chiarisce e spiega, e l’autore, che pone domande, dubbi. Un ritmo discorsivo ben articolato, nel collegare il Cielo e la Terra, nelle loro dimensioni metaforiche di spiritualità e di concretezza del vivere, che s’integrano e corrispondono nella fede nel Dio della trascendenza, calato, tuttavia, nell’umanità e non visto nella lontana connotazione dell’onnipotenza, bensì nello stato di Paternità, intesa nel senso più ampio possibile e che tutti abbraccia, accomunandoli amorevolmente. E così la preghiera-fulcro del sistema dei valori della cristianità si configura, per Franco Manganelli, quale integrale progetto di vita, di cui il dono del pane quotidiano, elemento focale del Padre nostro, non è soltanto l’elemento fisico del nutrimento, strettamente inteso, ma è anche e soprattutto la fonte di quell’energia spirituale, che fa optare per il bene e l’amore, rifuggendo dal male, dal disordine e dalle ingiustizie. E’ l’energia spirituale e della mente che equivale al lievito, che, effondendosi nel pane, lo fa crescere, per nutrire l’uomo…