Il Catasto onciario, precursore degli odierni catasti, rappresenta l’attuazione pratica delle norme dettate da re Carlo di Borbone nella prima metà del XVIII secolo per un riordino fiscale del regno delle Due Sicilie. Nonostante fosse un catasto descrittivo, poiché non prevedeva la mappatura dei luoghi, fu uno strumento utile ad eliminare i privilegi goduti dalle classi più abbienti che facevano gravare i tributi fiscali sempre sulle classi più umili e di fatto rappresenta uno dei più brillanti esempi del tempo di ingegneria finanziaria e di ripartizione proporzionale del peso fiscale. Si chiamò Onciario perché la valutazione dei patrimoni terrieri veniva stimato in once una misura di monete corrispondente a sei ducati. È chiaro come un meccanismo volutamente semplice poteva assicurare un prelievo fiscale generalizzato ed accertamenti molto rapidi. Un attendo studio su quello che era la situazione nel 1746 a Scisciano e San Martino è stato compiuto da Vincenzo Valletta, residente da anni ad Avella ma natio di Scisciano, che ha inserito le sue ricerche in un testo dal titolo “Il Catasto Onciario di Scisciano e San Martino” la cui presentazione si terrà sabato 7 febbraio 2015 ore 18.00 presso il “Teatro Comunale di Scisciano”. L’autore non è nuovo a questo tipo di lavori e ricerche, già in passato ha pubblicato altri testi come quello di qualche anno fa quando ricostruì la storia di Scisciano attraverso le sue famiglie: un albero genealogico lungo quattro secoli per tracciare le linee di una stirpe che ha scritto parte della storia del territorio compreso tra Scisciano e San Vitaliano.
Alla presentazione dell’ultimo impegno editoriale per l’occasione interverranno: il Sindaco di Scisciano prof. Edoardo Serpico, l’Assessore alla Cultura prof.ssa Giovanna Napolitano, il preside Antonio Mucerino e l’autore del libro Vincenzo Valletta, modera Raffaele Ariola.