CARNEVALE. Ecco le sue origini

CARNEVALE. Ecco le sue origini

Con il mese di Febbraio avranno inizio in Italia e in Campania i festeggiamenti per il Carnevale, una delle feste popolari più attese nell’Europa meridionale, ma come nasce questa festa e cosa rappresenta? Lo scopriremo insieme in una serie di articoli sulla storia e le leggende legate a questa tradizione con dei focus su alcune delle manifestazioni più “famose” nella provincia di Avellino.

ORIGINI – L’origine del Carnevale è da rintracciarsi molto probabilmente in una “rivisitazione” di antichi culti pagani quali le Dionisiache greche e in particolar modo i Saturnali romani, feste di fecondità della terra che si svolgevano dopo il lungo periodo invernale che univano i riti di fecondità con l’allegria e durante le quali venivano sovvertiti gli ordini sociali. In queste occasioni si assisteva ad un temporaneo rovesciamento dell’ordine in cui il caos diventava l’ordine costituito che , alla fine del periodo festivo, veniva ristabilito tramite un rituale purificatorio (quello che in tempi moderni viene effettuato tramite le rappresentazioni dei vari processi, testamenti e funerali del fantoccio di Carnevale).

Con l’avvento del Cristianesimo si assiste ad una perdita dei caratteri magico-rituali di queste manifestazioni che diventano così  delle particolari forme di divertimento popolare  che si svolgono nel periodo precedente la Quaresima.  Le prime testimonianze  in cui compare il termine “Carnevale”, che deriverebbe dal latino medievale “carnes levare (togliere la carne) in osservanza del divieto della religione cattolica di mangiare la carne durante i giorni di quaresima,  compaiono nel XIII secolo in alcuni testi del giullare Matazone da Caligano.  Pur essendo la maggiore festa popolare dell’anno, nel Rinascimento essa fu introdotta anche all’interno delle corti italiane ed europee assumendo forme più raffinate di teatro, danza, musica; ma è nel popolo che ha mantenuto il suo carattere originario.

Il Carnevale ha sempre rappresentato per le grandi masse una festa, un periodo di estasi e liberazione dove spesso “ciò che veniva solo pensato poteva per una volta essere espresso con una relativa impurità”(Burke, 1978), infatti il tema portante è sempre stato quello del “mondo alla rovescia” dove il rovesciamento era sia quello fisico che quello dei rapporti, fra uomo e animale e tra uomo e uomo, d’età, di sesso e di status. La stagione del carnevale iniziava a Gennaio e diventata sempre più vivace mano mano che si avvicinava la Quaresima, esso si può considerare come una colossale rappresentazione teatrale all’aperto dove le strade e le piazze si trasformavano  in palcoscenico e gli abitanti in attori e spettatori. La gente era solita portare delle maschere o dei costumi: gli italiani amavano travestirsi da personaggi della Commedia dell’Arte. Altre forme di esibizioni erano cortei, gare, messa in scena di farse. La fine del periodo festivo veniva solitamente delineato con la rappresentazione drammatica  in cui il Carnevale, un fantoccio, subiva un processo, rilasciava un testamento e veniva giustiziato ricevendo delle finte onoranza funebri.

CHIARA SINISCALCHI