Il Dipartimento di Protezione Civile dopo aver raccolto i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che tramite l’Osservatorio che monitora l’attività del Vesuvio ed emette i risultati delle attente analisi, in base ai dati raccolti nei primi tre mesi del 2015 ha ridisegnato la mappa dei rischi collocando i paesi della bassa irpinia nella fascia gialla. Le istruzioni dettate dalle autorità dipartimentali e regionali indicano per la popolazione della zona gialla esposta all’eventuale problema della massiccia ricaduta di cenere e lapilli, la necessità di permanere in luoghi riparati e chiusi, che abbiano però coperture capaci di sopportare il sovraccarico innaturale dettato dall’accumulo delle ceneri sui tetti. A tal proposito le indicazioni dipartimentali invitano i comuni a inquadrare e classificare finanche ogni singolo fabbricato, in ragione della resistenza delle coperture. Inoltre, e sempre a cura delle autorità locali, sarà necessario individuare edifici che, per caratteristiche costruttive, non temano i sovraccarichi e consentano ripari collettivi alle popolazioni da proteggere. Le avvertenze poi, consigliano di individuare luoghi dove poter ammassare i prodotti piroclastici rimossi dalle strade presumibilmente in un momento successivo all’evento. I sei comuni del comprensorio avellano dovrebbero dotarsi di un piano per proteggere la popolazione dai possibili disagi o gravi danni causati da cenere e lapilli oltre che ad un piano relativo al rischio sismico. Nelle precedenti eruzioni (1944) molte persone furono costrette a raggiungere i tetti delle proprie abitazioni per rimuovere ciò che il vento aveva portato fino alle loro case. (Michele Amato)