CasaPoundItalia, il movimento politico di matrice anti-mondialista ed assertore dei principi dell’integrità sovrana degli Stati nazionali, riconducibile in senso ampio al radicalismo di Destra, contesta e protesta verso la Caritas della Diocesi di Nola e la sua azione umanitaria che vive e si attua nel segno del volontariato. Lo fa con evidente riferimento alla vergognosa e triste vicenda di Sasha, il clochard, poco più che quarantenne e di origine ceca, ancora ricoverato al Santa Maria della Pietà, dopo essere stato vittima della violenta e sadica aggressione, condotta – il 17 marzo scorso- da un branco di giovani e giovanissimi, ancora ignoti, mentre le indagini delle forze dell’ordine pubblico sono in corso per identificarli.
Nel dare forma e sostanza alle loro rimostranze, gli attivisti di CasaPound hanno affisso alcuni striscioni, in cui campeggiano le scritte: “Le risorse sono gli italiani, stop all’emigrazione” e “Prima gli italiani”; striscioni, affissi proprio nelle vicinanze dei locali della Caritas, dov’è attiva la Mensa fraterna, in vico Duomo, nel centro storico della città.
Fatti rimuovere dall’amministrazione comunale, gli striscioni- restati esposti per alcune ore- con le loro perentorie parole d’ordine hanno scosso e turbato l’opinione pubblica e la cittadinanza, anche e soprattutto in considerazione delle sofferenze che Sasha continua a patire su un letto d’ospedale, senza che finora gli aderenti a CasaPound abbiano saputo o voluto estrarre dal loro linguaggio né parole di solidarietà verso il clochard e neanche parole di condanna per gli autori del pestaggio, a cui è stato sottoposto un uomo pacifico e inoffensivo, che ha sempre vissuto la sua condizione esistenziale tra le strade e le piazze cittadine, accompagnandosi con il fedele cane, sostando con discrezione e riservatezza davanti a questo o a quel Super-Mercato o – specie nelle ore serali- nelle stazioni delle Ferrovie dello Stato o della Circumvesuviana, senza mai importunare alcuna persona.
La “presa di posizione” di CasaPound é del tutto deplorevole per il carattere di chiusura, con cui si riveste, e di repulsione verso l’altro- nella fattispecie l’immigrato e, per di più, clochard- e pare disegnare per Nola il profilo di una città calata negli anfratti della xenofobia e del razzismo, quale non è affatto, aperta com’è all’accoglienza, per costumi sociali e millenaria tradizione culturale. E la riprova è nella risposta solidale che la cittadinanza con immediatezza ha dato con la raccolta di risorse, per dare aiuto e garantire a Sasha il prosieguo delle cure riabilitative necessarie, quando sarà dimesso dalla struttura ospedaliera; risorse affidate alla Caritas, che lo ospiterà in uno dei suoi Centri di assistenza. Una risposta, prevedibile e scontata, in linea con la stessa nota diffusa dal vescovo Depalma per la ricorrenza della celebrazione della Pasqua del 2015; nota in cui si evidenzia l’importanza del riconoscimento di dignità umana ai deboli, agli oppressi e agli emarginati, da rendere concreto con atti e iniziative adeguate.
La completezza di cronaca, tuttavia, richiede che si dia conto anche del comunicato, diffuso da CasaPound, per dare senso all’episodio degli striscioni anti–Caritas. Si legge : “Crediamo che l’immigrazione sia uno dei principali vettori di sradicamento e impoverimento sociale, culturale ed esistenziale a danno di tutte le popolazioni coinvolte, siano esse ospiti o ospitanti. Gli immigrati sono una risorsa solo per i partiti progressisti in cerca di nuovi elettori, per le chiese e per le associazioni cattoliche in cerca di nuovi fedeli, per Confindustria e per il padronato che cercano nuovi schiavi, per le associazioni umanitarie sempre affamate di nuovi fondi, ed infine per le organizzazioni criminali sempre a caccia di nuovi addetti alle attività illegali:questi sono di fatto i beneficiari di questa economia neo-schiavista”. Il comunicato prosegue: “Chiediamo il blocco dei flussi migratori; una soluzione potrebbe essere quella di rafforzare la cooperazione con i Paesi d’origine. Andrebbero rivisti gli accordi del trattato di Schengen, per evitare che schiavi e delinquenti si spostino verso le zone economicamente più avanzate del continente”. Sono giudizi politici di spiccata portata ideologica sulla complessità dei fenomeni migratori del Terzo Millennio, condivisibili o meno che siano, mentre le migrazioni della contemporaneità sollecitano analisi più approfondite ed umana disponibilità, scevre da pre-giudizi, con una chiara visione laica e pragmatica, per evitare che si trasformino in emergenze umanitarie. Un compito che interpella gli Stati e la coscienza civile dei popoli.
La storia di Sasha, é ben altra “cosa”. E’ la storia di un pestaggio eseguito con sadico accanimento, che rientra solo ed esclusivamente nella sfera della brutale delinquenza. E null’ altro di diverso.