“L’associazione Libera Caccia in merito al corso per selecontrollore e coadiutore ha messo in rete, in data 16 corrente, un comunicato con il quale informava che il convegno previsto nello stesso giorno era rimandato a data da destinarsi. Nello stesso comunicato faceva riferimento a “dirigenti delle altre associazioni che hanno collaborato alla realizzazione del progetto, alle istituzioni regionali e provinciali”. Inoltre sosteneva che il documento sottoscritto da tutte le associazioni venatorie fosse intriso di “polemiche strumentali”. Il nostro intendo, nel sottoscrivere il documento del 15 corrente, era teso solo ed esclusivamente a precisare che l’attestato di frequenza al corso non aveva alcuna possibilità di ottenere un riconoscimento giuridico. Questa precisazione l’abbiamo ritenuta necessaria e doverosa visto che il corso non era a titolo gratuito, bensì a pagamento. Il corso è stato sufficientemente pubblicizzato, non solo in rete ma anche attraverso la stampa locale, e molti ci chiedevano come mai tale iniziativa fosse stata presa da un’associazione che conta pochi iscritti”.
“Quando poi abbiamo appreso che la partecipazione era condizionata al pagamento di 220(duecentoventi) euro, per evitare che numerose persone in buona fede avessero preso in considerazione l’idea di partecipare pur di ottenere un valido attestato ci siamo mossi per informare che l’attestazione non era valida per fare attività di selecontrollore o di coadiutore. Precisiamo, in oltre, noi associazioni venatorie , sia di livello provinciale, sia di livello regionale, che non abbiamo collaborato alla realizzazione di nessun progetto, come viene sostenuto nel comunicato della Libera Caccia del 16 aprile. Lungi dall’ipotizzare di raccogliere l’invito a fare sterile polemica, tirati per le orecchie, siamo costretti, ove ce ne fosse stato ancora bisogno, a fare delle ulteriori precisazioni: 1) la Legge Regionale consente solo agli Enti Parco l’organizzazione di tali corsi; 2) la Regione Campania non ha concesso alcun patrocinio in quanto la stessa lo concede solo ed esclusivamente quando l’evento è a titolo gratuito; 3) nel manifesto che pubblicizzava il convegno del 16 aprile in Lioni erano menzionate persone che non erano neanche a conoscenza che si fosse tenuto tale incontro/convegno”.
“Quanto innanzi per fare esclusivamente chiarezza su vicende che non hanno alcunchè di trasparenza e non per polemiche strumentali in quanto l’ingenuo partecipante ad un corso che paga ben 220 euro deve conoscere che cosa ottiene in cambio”.