I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Ariano Irpino, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per “equivalente”, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di due soggetti, soci di una società in nome collettivo operante in Grottaminarda nel settore del commercio di prodotti elettrici. Entrambi i soggetti sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria al termine di una complessa verifica fiscale e di articolate indagini patrimoniali condotte dalle Fiamme Gialle di Ariano Irpino. Nello specifico, le attività ispettive di carattere fiscale hanno permesso di ricostruire analiticamente il volume d’affari complessivo dell’impresa e l’ammontare dei redditi sottratti all’imposizione fiscale delle persone fisiche: la base imponibile non dichiarata al Fisco rideterminata dai finanzieri è stata quantificata in oltre 23 milioni di euro (tra ricavi non dichiarati e costi non deducibili) cui corrisponde il mancato pagamento all’erario di imposte (I.R.P.E.F., IVA ed I.R.A.P). per un totale di oltre 13 milioni di Euro. All’esito delle attività, i due soggetti sono stati indagati per i reati di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione infedele e occultamento delle scritture contabili (d.lgs 74/2000). Sulla scorta dei risultati delle connesse indagini patrimoniali eseguite, che hanno permesso di rilevare le possidenze in capo ai denunciati, il G.I.P. del Tribunale di Benevento su richiesta del P.M. procedente, ha disposto un mirato sequestro preventivo “per equivalente” per oltre 13.000.000 di Euro, ovvero fino all’ammontare delle imposte evase. La misura cautelare reale è stata eseguita dai militari della Tenenza di Ariano Irpino, mediante il sequestro: dei saldi giacenti sui rapporti di natura finanziaria (in corso di quantificazione); di 2 quote societarie; di 15 immobili (appartamenti, negozi, uffici e locali uso deposito); di 5 terreni seminativi; di 1 autoveicolo di grossa cilindrata. La misura ablatoria in questione è stata resa possibile grazie all’applicazione della norma, introdotta con la legge finanziaria per il 2008, che estende anche ai reati tributari la c.d. “confisca per equivalente”, ossia la possibilità, qualora non si possa procedere alla confisca dei beni che costituiscono il diretto profitto del reato, di “aggredire” comunque i beni di cui il reo abbia la disponibilità, per un valore corrispondente al suddetto profitto. Il servizio odierno si colloca nel solco delle direttive impartite dirette a combattere le manovre evasive, che si sostanziano in sistemi di frode strutturati, attraverso l’aggressione patrimoniale a garanzia della pretesa tributaria.