“Sul problema greco non dobbiamo commettere l’errore di scadere in facili luoghi comuni e contrapposizioni strumentali. Non è soltanto in gioco la credibilità dell’euro o la tenuta economica della Grecia ma molto di più: si tratta di difendere la stabilità politica del continente e di preservare le conquiste ottenute con grande sacrificio nel corso della storia dell’integrazione europea. Il voto di domenica può condizionare, in un modo o nell’altro, l’esito delle trattative in corso ma a nessuno è permesso mettere in discussione l’appartenenza della Grecia all’Unione Europea. La storia non ci cancella certo con un tratto di matita”. Così Aldo Patriciello, parlamentare europeo di Forza Italia e membro della Commissione Industria, Ricerca e Energia (ITRE), a poche ore dal voto con cui il popolo greco sarà chiamato ad esprimere il proprio parere sull’accordo in corso per la rimodulazione del debito greco. Un accordo, quello tra Atene e Bruxelles, che sta tenendo col fiato sospeso sia le istituzioni europee che i creditori internazionali, preoccupati dalle conseguenze di un possibile default greco in caso di vittoria del “NO” al referendum previsto per domenica prossima. “Spero vivamente – aggiunge Patriciello – che alla fine prevalga il buon senso e che tutti facciano la loro parte: c’è bisogno di grande responsabilità e di spirito collaborativo per riuscire a riportare la discussione sui binari giusti. Sarebbe un peccato vanificare i passi in avanti compiuti nelle ultime settimane: mi auguro che il governo ellenico non intenda sacrificare il buon esito dell’accordo sull’altare di promesse elettorali effettivamente insostenibili. Sono convinto – ha spiegato l’eurodeputato forzista – che vi sia ancora spazio per trovare una via d’uscita soddisfacente per tutti, a condizione, però, di mettere da parte gli egoismi di parte e tutto ciò che ostacola il buon esito delle trattative. Una cosa è certa – conclude Patriciello – : al di là della propaganda anti-Europa che è in atto in queste ore, la crisi greca dimostra quanto sia strettamente necessario proseguire sulla strada di una maggiore integrazione politica ed economica tra tutti i Paesi membri, e non il contrario”.