La legge Italicum aveva deciso di trasferire il mandamento di Baiano dal collegio elettorale di Avellino a quello di Nola – S. Giuseppe. Un ritorno a “casa”, per chi conosce la storia, le vicende e i costumi sociali del nostro territorio. La risposta auspicabile sarebbe stata quella di una profonda e pubblica riflessione da parte dei sindaci e delle amministrazioni comunali, sul significato e sulle ricadute positive o negative sull’intera comunità. Niente di tutto questo. Offesi, i sindaci, senza alcun consenso pubblico, hanno protestato vivacemente contro tale decisone ottenendo un risultato catastrofico: la spaccatura del nostro territorio. Allo stato Avella e Sperone votano con Napoli e gli altri con Avellino. La seconda ondata di proteste non ha ottenuto alcun effetto. Da qui le dichiarazioni di Marco Alaia: “un Alaia diverso dal solito: arrabbiato e un fiume in piena”.
Nelle sue dichiarazioni emerge tutta la sua delusione e la sfiducia nei confronti dei nostri rappresentanti. “Chi rappresenta il mio territorio non ha dimostrato sentimento”, afferma e poi aggiunge: “I parlamentari si sono mostrati disattenti”.
Io, pur apprezzando l’impegno e l’esperienza amministrativa di Marco Alaia, mi meraviglio di questa sua perplessità. Ma che cosa si aspettava dai nostri onorevoli rispetto all’Italicum. La loro azione è stata finalizzata a un solo obiettivo: quello di ricucirsi un collegio elettorale esclusivamente nel proprio interesse. Che cosa vuoi che importi all’onorevole di turno delle sorti e del futuro del nostro territorio? Nulla. L’importante è essere in condizione di raccogliere consenso. Possiamo anche sprofondare nella crisi più nera: l’unica cosa che conta per questi poco edificanti soggetti è che li votiamo. Io l’ho già dichiarato più volte: il mandamento ha perso occasione storica di riscattarsi e di uscire dall’emarginazione alla quale siamo condannati da decenni. Ai sindaci è mancato il coraggio. Sembra quasi che sia mancata la capacità di saper vedere oltre l’orizzonte angusto dei piccoli privilegi personali (politici e di amicizie) di cui godono in provincia. E’ mancato la capacità di mettere a punto un progetto comune di rilancio guardando a territori più dinamici, più in sintonia con noi, sotto l’aspetto geografico, economico, sociale e culturale.
Io direi che l’unica iniziativa da prendere insieme è quella di richiedere con forza la riunificazione dei sei comuni ma nel collegio di Nola. Ed è l’invito che, in grande umiltà e da cittadino dell’Unione, rivolgo al sindaco Marco Alaia.
Antonio Vecchione