No ai rifiuti nelle cave dismesse, no allo statuto della Città metropolitana e sì ai microambiti. E’ partendo da questi tre imperativi che il sindaco di Casamarciano Andrea Manzi ha presentato la propria candidatura come presidente dell’Anci Campania. Manzi si propone al vertice dell’associazione dei Comuni campani, organismo che rinnoverà le cariche il prossimo 2 ottobre, con un programma basato sulla difesa del territorio e sulla tutela dell’ambiente. Linee guida che partono dalla salvaguardia dei localismi rispetto al “Napolicentrismo” ed alla prevalenza degli interessi dell’area metropolitana rispetto alle zone interne. “La mia- spiega il primo cittadino- è una proposta ma anche un grido di allarme. Lo statuto della Città metropolitana, approvato acriticamente da molti rappresentanti, costituisce una mortificazione per quelle comunità più piccole e poste in aree interne o marginali cui è stata negata l’occasione di avere una vera capacità decisionale, tutto a vantaggio di Napoli e della sua conurbazione”. “Tra le conseguenze della adesione allo Statuto- continua Manzi- c’è il rischio di delegare ai grossi centri ambiti delicati come la pianificazione urbanistica e la gestione dei rifiuti. Settori nei quali i piccoli territori come l’area nolana rischiano di vedersi spogliati di ogni diritto di decidere sul proprio territorio”. La soluzione proposta dal sindaco Manzi consiste nella creazione di microambiti composti da zone omogenee morfologicamente e affini socialmente e culturalmente, come il comprensorio nolano, cui venga delegata la gestione diretta del servizio rifiuti, dalla differenziata agli impianti. “Solo in questo modo- spiega Manzi- territori scarsamente rappresentati possono difendersi da scelte imposte dall’alto come quella, prevista dal nuovo Piano rifiuti regionale, di utilizzare le cave dismesse come sito per accogliere rifiuti. L’ennesima scelta scellerata che danneggerà ancora una volta gli stessi territori che da anni subiscono l’emergenza ambientale altrui. Inutile sottolineare che le cave che insistono sull’area nolana potrebbero divenire meta degli sversamenti, autorizzati senza consultare le popolazioni locali. E’ per questo che bisogna unirsi in microambiti e rifiutare lo strapotere di Napoli ed hinterland, anche per evitare che le colpe di una cattiva gestione ambientale ricadano su quelle zone che hanno già dato e stanno ancora dando. In questa mia battaglia ho chiesto l’appoggio dei miei colleghi del Nolano, certo che il richiamo alla difesa delle comunità periferiche e dell’ambiente non li lascerà indifferenti”.