Questo Giovedi, 8 ottobre il saggio di Eleanor, “Doors of Memory / Porte della memoria, su vecchie porte di Avella, si aprirà al QCC Art Gallery, Queensborough Community College, a Bayside, nel Queens, a New York City, dove rimarrà visibile fino al 10 gennaio 2016. Il libro che ha scritto per accompagnare la mostra, è un libro di memorie in prosa e poesia dei suoi primi anni e le successive visite al suo paese natale, Avella, Italia. Riccamente illustrato con le fotografie in mostra, così come altre viste della città e dei suoi luoghi iconici, dà anche una breve panoramica della storia di Avella. Dichiarazione dell’artista: “ I ricordi della mia città natale, Avella in Italia, sono sempre stati permeati dal calore della famiglia, dai panorami di montagna, e dalla sempre presente vista di un castello medievale su di una collina. A casa a New York, ho scritto poesie e ricordi delle mie prime esperienze ad Avella. Tuttavia, durante le mie visite di ritorno, mi sono divertita a camminare per tutto il paese scattando fotografie. Ben presto divenne chiaro che stavo creando un saggio dei miei sentimenti per Avella; non a parole, ma con le fotografie. Mi sono concentrata su vecchi edifici, vecchie porte, mura fatiscenti. Insieme alla visione di vernice scrostata e di legno grezzo, la luce del sole e le ombre mi parlavano di longevità e resistenza. Ho cominciato a vedere antiche porte e finestre come aperture nei ricordi della mia infanzia ad Avella. Mi hanno fornito un apprezzamento del passato di Avella e la vita dei miei antenati. Inoltre, servivano anche come contrasto al presente, quando fotografavo le porte moderne. Ancora più importante, però, è stata la conferma di quanto significasse veramente per me l’essere nata in questa cittadina. In questo saggio fotografico, cerco di condividere il senso di radicamento nella terra della mia nascita che si incarna nelle vecchie porte e finestre. Sono canali tra la mia eredità italiana e la mia lingua madre italiana, da un lato, e la mia identità americana adottata e la lingua inglese, dall’altro. Spero che gli spettatori, immigrati e non, sentiranno quell’attrazione primordiale che affiora nei nostri cuori, senza sminuire il forte senso d’identità che proviamo per il posto che chiamiamo casa. Cominciando con il castello, il simbolo iconico di Avella e il faro che mi attrae sempre, le foto invitano il pubblico a condividere la mia prospettiva intima su Avella. Come i vecchi portoni, Avella è bella nel suo legno stagionato; è giocosa nei picchi delle sue mura diroccate; è ancora forte e resistente come le serrature e i cardini delle sue porte. Soprattutto, lei è saggia. Lei sa che la vita è un paradosso. Allo stesso tempo antica e giovanile, Avella mostra la rinascita attraverso nuove aperture verso il mondo moderno come illustrato nelle due foto di una porta contemporanea ed un cancello di ferro. L’ultima foto in mostra rappresenta alberi che crescono sopra una porta chiusa a chiave. Ciò suggerisce che la vita sgorga di nuovo da antichi segreti sepolti sotto la terra. Possono sembrare rinchiusi per sempre, ma attraverso l’obiettivo della mia fotocamera ho trovato la chiave, ho aperto le porte della memoria, e sono entrata svelandone il tesoro nascosto”. (Michele Amato)