L’intero hinterland di Napoli, comprendente la città e la stragrande maggioranza dei Comuni dell’area metropolitana che con essa segnano un continuum di enormi dimensioni, presenta caratteristiche urbanistiche e sociali che rendono di particolare difficoltà la realizzazione di una efficace strategia di sicurezza urbana.
In una superficie di 1.171 km\q risiedono infatti oltre tre milioni di abitanti, con una densità di 2.672 abitanti per chilometro quadrato (per fare un raffronto: la provincia di Roma ha una densità di 807 abitanti per kmq), a cui si aggiungono endemiche e gravi problematiche legate ad una presenza criminale radicata, violenta e spregiudicata.
D’altra parte, però, la risposta dello Stato in termini di prevenzione e controllo dell’ordine pubblico ha purtroppo imboccato da anni un trend discendente in termini di uomini impiegati sul territorio e di risorse utilizzate, in nome di una spending review che ha inciso duramente sul comparto sicurezza. A questo occorre aggiungere gli effetti deleteri della crisi economica.
Due elementi negativi che hanno portato ad un aumento della domanda di sicurezza di interi territori, per i quali occorre un’inversione di tendenza dello Stato e degli enti locali che devono garantire le precondizioni per lo sviluppo del territorio con una strategia integrata. Proprio sulla base di questo necessità, va registrata sempre più una presa di coscienza da parte delle Regioni le quali, attraverso varie misure, destinano contributi, per lo più a fondo perduto, per l’acquisto di telecamere di sorveglianza e sistemi antintrusione.
L’attività di contrasto a questo vero e proprio cancro che frena lo sviluppo del Paese deve necessariamente evolversi, prendendo atto che gli uomini delle forze dell’ordine impiegati per strada già ora sono in numero minore rispetto agli anni precedenti, ed in futuro saranno ancora meno, per stessa ammissione dei vertici delle forze dell’ordine. In questa direzione, il ricorso ai militari destinati al controllo di obiettivi sensibili è da considerarsi un pallido palliativo: non è comunque mai stato possibile immaginare di collocare un poliziotto o un carabiniere in ogni strada, figuriamoci oggi come questa possibilità sia ancora più irrealizzabile.
Credo che su questo tema assai delicato sia quantomai opportuno un approccio adeguato ed equilibrato della politica: il tema della sicurezza dovrebbe essere affrontato senza steccati ideologici e con una sostanziale l’unità delle forze politiche. Si tratta di una sfida troppo importante per i nostri territori, e per la quale occorre il contributo di tutti.
Agire solo in termini di prevenzione e repressione dei reati in un’ottica di gestione dell’ordine pubblico appare però un rimedio necessario ma insufficiente; occorre adottare una strategia integrata, che preveda lo stanziamento di maggiori risorse, per saldare la sicurezza urbana ad adeguate politiche di sviluppo economico, culturale e sociale del territorio. Investire in tecnologia appare una scelta irrinunciabile per attuare una nuova strategia di sicurezza urbana in grado di incidere efficacemente nel miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Il ruolo che la videosorveglianza è in grado si svolgere è dunque fondamentale, anche alla luce di una necessaria e potenziata sinergia tra pubblico e privato. Ad ulteriore testimonianza di questo ruolo sempre più prezioso, osservo che i responsabili di alcuni dei più recenti fatti di cronaca nera sono stati prontamente individuati grazie alla presenza di telecamere i cui filmati hanno aiutato in maniera determinante gli investigatori. C’è naturalmente un importante risvolto di tutela della privacy che deve essere sempre tenuto ben presente, ma che dovrà subire un’evoluzione alla luce dei progressi tecnologici raggiunti e delle pressanti esigenze di sicurezza urbana che provengono dai nostri territori.
L’affinamento e l’evoluzione delle tecnologie sta già arrivando a step ulteriori molto interessanti e sempre più efficaci: è recente la notizia del progetto “Forensor, telecamere intelligenti per la lotta al crimine”, finanziato con i fondi del programma europeo H2020-EU.3.7, che avrà una durata di 3 anni. Capofila è il Certh (Centre for Research and Technology) ed il “pilot” italiano sarà installato a Chiusi (Siena) in collaborazione con la Polizia municipale.
Scopo del progetto Forensor è la realizzazione e la ratifica di un nuovo sensore per la raccolta di prove che sia economico, intelligente, di piccole dimensioni, a basso consumo energetico e wireless. La telecamera ultra sensibile e l’intelligenza artificiale incorporata gli permetteranno di funzionare anche a grande distanza, riconoscendo automaticamente eventi criminali pre-determinati, e avvisando le forze dell’ordine in tempo reale mentre registra il video con i dati su luogo e tempo. Tale strumento, gestibile a distanza, sarà in grado di funzionare per un lungo arco di tempo senza necessità di ulteriori infrastrutture, potrà conservare inalterate le informazioni salvate e visualizzarle rispettando i requisiti sulla privacy e la protezione dei dati sensibili.
Pensiamo, poi, ai sistemi che consentono la lettura e tracciamento delle targhe dei veicoli non assicurati, non revisionati, denunciati e rubati che inviano subito gli alert a smartphone e a tablet in dotazione alle forze dell’ordine, o ai sempre più sofisticati di videosorveglianza per le abitazioni private e anche le parti comuni dei condomini, che peraltro usufruiscono di apposite agevolazioni fiscali per le quali solleciterò un ulteriore proroga e rafforzamento, con ciò incentivandone l’utilizzo e la diffusione.