Il dimensionamento scolastico da sempre suscita polemiche. Mette quasi sempre municipi ed istituti uno contro l’altro. Si sgomita per avere un alunno in più in modo da conservare l’autonomia e quindi salvare la presidenza. Il Mandamento, stavolta, non è immune alla controversia. Ad onor del vero, per stessa ammissione della Commissione d’Ambito, riunitasi questa mattina nella sala Grasso della Provincia di Avellino, le tre scuole del territorio (IC “Giovanni XXXIII” di Baiano, IC “Monsignor Guerriero” di Avella e IC “Alessandro Manzoni” di Mugnano del Cardinale) sono “a sistema”. Non rischiano, cioè, di essere accorpate per sottodimensionamento. Almeno per ora. Perché il futuro potrebbe riservare amare sorprese, soprattutto se dovesse continuare il trend negativo della natalità nei nostri piccoli centri e perdurare la prassi snob dell’iscrizione dei ragazzi negli istituti del nolano.
Sono state probabilmente queste riflessioni a spingere la dirigente scolastica dell’IC “Monsignor Guerriero” di Avella, la prof.ssa Giuseppina Ambrosino, ad avanzare l’ “interessata” istanza: sottrarre i plessi scolastici di Sperone all’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII” di Baiano per annetterli al polo formativo avellano. Il ragionamento è alquanto semplice ed algebrico: Avella, attualmente, conta su 682 iscritti; supera di poco quindi la soglia dei 600 alunni necessaria all’ottenimento dell’autonomia scolastica. In altre parole, per quest’anno nessun problema ma il rischio di un possibile accorpamento sarebbe sempre dietro l’angolo. Baiano, invece, può contare su un migliaio di iscrizioni. Problemi dunque non ne ha.
Spostando i circa 200 studenti di Sperone dalla “Giovanni XXIII” alla “Monsignor Guerriero” (infanzia, elementari e medie), la Ambrosino dormirebbe, certo, sonni tranquilli per almeno il prossimo triennio. Ragionamento che non fa una grinza. Solo che poi la pericolosità della situazione, la patata bollente passerebbe nelle mani del collega Felice Colucci, dirigente della scuola di Baiano che si ritroverebbe a gestire 700/800 alunni in un comune che, demograficamente, è la metà di Avella.
Insomma, un vero e proprio “ratto degli alunni” che stava per consumarsi questa mattina in Provincia, tra l’altro, approfittando dell’assenza dei rappresentanti istituzionali baianesi e speronesi. Per fortuna, a stoppare l’operazione ci hanno pensato i sindacalisti della Cisl: «Aro jate, se volete fare una cosa del genere, mettetevi d’accordo prima voi sul territorio coinvolgendo tutti gli attori istituzionali». Infatti, le Linee Guida regionali per il dimensionamento scolastico, quanto agli accorpamenti, conferiscono priorità ai deliberati delle Istituzioni locali che propendono per le convergenze tra le differenti offerte formative. E’ a quel punto che Mimmo Biancardi, sindaco di Avella giunto in Provincia per perorare la causa della sua dirigente, comprende di trovarsi in mezzo agli asini e ai suoni: «lasciamo tutto come sta, vorrà dire che la differenza la faremo puntando sulla qualità».