Con l’apertura delle Porte della carità, si completa il quadro dei percorsi rituali che nella Diocesi di San Felice e San Paolino hanno segnato – l’11, il 12 e il 13 dicembre- l’inizio dell’Anno giubilare della Misericordia, con le solenni cerimonie di apertura delle Porte sante della Basilica cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, a Nola, del Santuario della Madonna del Carpinello, a Visciano, del Santuario della Madonna della Neve, a Torre Annunziata, del Santuario di Santa Maria a Parete , a Liveri, e del Santuario della Madonna dell’Arco, a Sant’Anastasia. Le Porte della carità, che simbolicamente si dischiuderanno nell’odierna serata– alle ore 19 – nel Centro pastorale “don Tonino Bello ”, a San Giuseppe Vesuviano, e domani- tre gennaio alle ore 10,30 – nel Centro pastorale dedicato a San Paolino, a Pomigliano d’Arco.
Di fatto, quella delle Porte della carità nella Diocesi di nolana, guidata dal vescovo Beniamino Depalma, si pone in linea di continuità con l’apertura della Porta della carità nell’ Ostello della Caritas a Roma ed officiata il 18 dicembre da Papa Francesco. Con le cerimonie di questa sera e della mattinata di domani, i due Centri pastorali assumono lo status di vere e proprie Chiese giubilari alla pari dei Santuari appena citati; sono Centri che fanno parte integrante della rete di solidarietà e di assistenza, ch’è in capo alla Caritas diocesana ed è ramificata su un vasto territorio esteso negli ambiti provinciali di Avellino e Salerno e, in larga misura, nel contesto della Città metropolitana di Napoli.
Il Centro “don Tonino Bello ” e il Centro San Paolino, logisticamente ben strutturati, svolgono da anni un’importante funzione di riferimento per quanti vivono il disagio sociale e familiare, le difficoltà economiche; disagio e difficoltà, a cui si danno tutte le possibili risposte, che lo spirito di carità verso il prossimo coniugato con il volontariato di giovani e meno giovani permette di fornire. La missione che svolgono concorre a favorire i processi di inclusione e d’integrazione sociale, contrastando la marginalità. In realtà, sono Porte sempre aperte, quelle dei due presidi, attivi in contesti territoriali popolosi, di cui intercettano bisogni ed esigenze con discrezione e umana disponibilità all’ascolto, nel segno della “cultura dell’incontro”, l’autentico asse portante dell’umanesimo cristiano che promuove la dignità delle persone, con “ vicinanza amorevole e operosa per tutti gli ultimi ”.
“Alla Cattedrale, ai Santuari e ai due Centri della Caritas – ha scritto il vescovo Depalma nel messaggio diretto alla Diocesi per l’inizio dell’ Anno Santo – che ho indicato come Chiese giubilari diocesane, chiedo di essere luoghi di incontro sacramentale, dove sperimentare la grazia che ci è donata, dove si ospitano spazi di silenzio e di ascolto, possibilità di preghiera, ma anche punti d’incontro per l’animazione culturale e sociale del territorio. Qui i gesti della prossimità si rendano chiari, la gratuità sia il principio nuovo che sperimentiamo come il bene di una nuova economia, per creare e rafforzare le reti e i legami che possono salvarci da quell’individualismo che alimenta le diseguaglianze e le povertà, dimentica il nostro patrimonio di valori, distrugge l’ambiente”.
Sarà opportuno rilevare che i temi della prossimità, intesa come vicinanza e dedizione all’umanità sofferente – nelle riflessioni del presule nolano- sono richiamati e focalizzati con frequenza, rapportandoli con fermezza ai valori della gratuità e della nuova economia, strade da percorrere senza alternativa e scorciatoie, se si vuole costruire e vivere il bene comune delle persone e dei popoli.