A pochi giorni dalla pubblicazione del rapporto Ispra che ha documentato l’alto livello di contaminazione da pesticidi delle acque italiane, un’altra inchiesta punta il dito contro l’uso di sostanze nocive in agricoltura. L’associazione Greenpeace ha pubblicato il rapporto “Api in declino”, analisi in cui si mette in evidenza l’importanza sia ecologica che economica di proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api e la necessità di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano. Secondo il rapporto, la drastica riduzione delle api è tra le dimostrazioni più evidenti di “un sistema agricolo che ha fallito, basato sull’uso intensivo di prodotti chimici”. La moria della api, fenomeno dagli effetti disastrosi sia per la produzione di cibo che per l’ecosistema, sarebbe in realtà causata da un mix di fattori:malattie e parassiti, cambiamenti climatici, pratiche agricole di stampo industriale. In questo senso, Greenpeace sottolinea l’uso di alcuni pesticidi, fra i quali i neonicotinoidi, accusati di avere “il ruolo di veri e propri killer nei confronti degli insetti impollinatori”. “Oltre ai fenomeni di intossicazione acuta che portano alla morte immediata delle api, sono molti gli effetti sub-letali legati a questi pesticidi, come ad esempio effetti sulla fisiologia, interferenze con la capacità di approvvigionamento del cibo, problemi d’orientamento e l’impatto sui processi di apprendimento”, continua l’associazione: “la capacità delle api di resistere a malattie e parassiti sembra essere direttamente influenzata dalla loro esposizione a tali sostanze tossiche, con conseguenze catastrofiche per la salute e la sopravvivenza delle api e degli altri impollinatori naturali”. Sono sette i pesticidi “imputati”, per i quali Greenpeace chiede l’immediato divieto: imidacloprid e clothianidin, thiamethoxam, fipronil, clorpirifos, cipermetrina e deltametrina. Secondo l’associazione” i governi europei devono sostenere – come primo passo – il divieto dei tre neonicotinoidi come proposto dalla Commissione europea lo scorso 15 marzo; approvare adeguati piani d’azione a livello europeo per vietare tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri impollinatori; aumentare i finanziamenti per ricerca, sviluppo e applicazione di pratiche agricole ecologiche”. Nonostante in Italia i tre neonicotinoiti oggetto della proposta dell’Ue siano già stati sospesi dal 2008 per il trattamento delle sementi, le sostanze vengono comunque diffuse in ambiente tramite formulazioni differenti (sotto forma di spray per i trattamenti fogliari, e granulare per la geodisinfestazione), e lo stesso avverrebbe per altri insetticidi particolarmente tossici per le api. Ciò avrebbe causato, anche nel 2012, spopolamenti di alveari, in particolare in corrispondenza di coltivazioni intensive soggette a trattamenti con pesticidi (come mais, vite e melo).