Taglio divulgativo, ampio ricorso alle risorse scientifiche interne e diretto coinvolgimento del territorio. Sono
queste le principali linee guida che Biogem cercherà di seguire nella nuova, densa stagione seminariale
2021, ormai in partenza. Gli incontri, programmati in streaming, ma, all’occorrenza convertibili in presenza,
offriranno periodici approfondimenti sulle attività di ricerca condotte, ma anche focus sulle apparecchiature
e tecnologie all’avanguardia utilizzate, per poi aprirsi alle testimonianze dei tanti ex allievi, affermatisi in
Italia e all’estero.
In molti degli appuntamenti programmati è prevista la presenza attiva di pazienti, direttamente o
indirettamente coinvolti nelle patologie studiate, in modo da umanizzare un’attività, quella del ricercatore, a
torto considerata fredda e asettica. Come nel primo seminario, che chiamerà in causa donatori e beneficiari
di trapianti renali e come anche nei tanti approfondimenti sulle patologie rare, associate spesso a persone
in carne e ossa. Oltre che di malattie, insomma, si parlerà di malati, in una sublimazione di quello spirito
umanistico che ogni anno a settembre permea di sé la kermesse delle ‘Due Culture’, fiore all’occhiello di
Biogem.
Una rassegna, questa del 2021, immaginata anche come vetrina per molte risorse interne. Ricercatori,
accademici e non, in larga parte operanti a Biogem, saranno infatti chiamati a disquisire di temi attuali e
innovativi, quali il ‘mal d’ambiente’, l’invecchiamento cellulare, le malattie rare, il microambiente
immunitario in alcuni tipi di cancro o la nascente onco-nefrologia. Centrale, nella rassegna, sarà
l’approfondimento del rapporto rene-cervello, che il laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem,
coordinato dal professore Capasso, sta studiando con determinazione, nella speranza di penetrare quella
misteriosa ‘nebbia cognitiva’ che spesso avvolge il paziente renale (anche nei casi di Covid e long-Covid).
Nel corso dell’anno non mancheranno, infine, incontri per addetti ai lavori, né grandi nomi provenienti da
prestigiosi centri di ricerca internazionali, impegnati in varie collaborazioni scientifiche con il centro irpino
(da MIT ad Harvard, passando per Heidelberg, solo per citarne alcuni).
Se non sarà facile semplificare la biologia quantistica e computazionale, se non basterà il leggiadro nome
‘operetta’ ad alleggerire uno studio su questa e altre apparecchiature all’avanguardia, quotidianamente
usate in istituto, a scacciare tutti i ‘complessi’ del caso penseranno gli ex allievi di Biogem. Sparsi nei templi
della ricerca mondiale, ma arruolati per l’occasione in gran numero, dimostreranno plasticamente a tutti la
percorribilità di una strada impervia ma non proibitiva. Un percorso che per loro ha preso il via nella
vituperata ‘terra dell’osso’.