La pandemia da Coronavirus e la conseguente crisi economica hanno inflitto un ulteriore, durissimo colpo alle aree interne del paese, tra cui la nostra Irpinia, che si ritrova ancor più disgregata e fragile. Le conseguenze dell’epidemia hanno evidenziato ed acuito antiche problematiche irrisolte, rendendo ancor più difficoltosa la gestione dell’emergenza. La messa in atto di strategie e piani di sviluppo futuri diventa una necessità; ora più che mai è la piena consapevolezza del momento presente che consentirà di delineare progetti di sviluppo e piani per affrontarlo.
Per questo motivo noi Sardine d’Irpinia rispondiamo alla chiamata delle associazioni ControVento e Avellino Prende Parte. Riteniamo che, a causa di uno scenario politico stagnante, ci sia la necessità di generare un dibattito pubblico costruttivo tra i diversi attori del territorio, per far emergere il terreno fertile utile a sviluppare le nuove idee di futuro.
Il piano Next generation EU rappresenta un’occasione irripetibile per valutare prospettive e nutrire l’ambizione al cambiamento, di cui i giovani si fanno portavoce. Non a caso il titolo del piano è indicativo: bisogna salvaguardare le generazioni che verranno dopo di noi. Quella dei millenial è la generazione che più di tutte ha pagato a caro prezzo la mancanza di investimenti per lo sviluppo, soprattutto nelle aree interne come la nostra. Dagli stage non retribuiti alla carenza di offerte lavorative, non è un caso se in Italia, ed in particolare al Sud, si registrano i tassi di disoccupazione giovanile più alti d’Europa. Anche la quota dei “neet”, i giovani che non lavorano o che non sono impiegati, è la più elevata dell’area UE, superando addirittura di 10 punti il valore medio del 12,5%. Se gli enormi problemi creati dalla pandemia ha portato il 14,5% degli adolescenti ad abbandonare la scuola, anche a causa di un accesso alla DAD difficoltoso per tutti coloro che abitano nelle aree in cui la carenza di infrastrutture digitali si fa sentire maggiormente, ci sembra chiaro che tutte le azioni prese in considerazione dovranno essere utili per gettare le basi per un futuro che possa essere inevitabilmente migliore per le generazioni che verranno. Bisogna quindi avere il coraggio di osare, prima di tutto.
Nel nostro appello di maggio, rivolto ai candidati irpini alle regionali, chiedevamo soprattutto una strategia chiara per rilanciare il turismo e per creare un piano infrastrutturale utile a far uscire l’Irpinia dall’isolamento. In una provincia che perde oltre tremila abitanti che scelgono di risiedere in luoghi dove ci sono più occasioni, più servizi e più opportunità di lavoro, il recovery plan deve essere un’opportunità da non lasciarsi sfuggire.
Il piano, infatti, riconosce e finanzia opere e progetti che abbiano una ricaduta positiva già dal 2026, l’anno che segnerà il margine di intervento. I punti salienti del piano Next generation EU si adattano perfettamente allo scenario territoriale irpino: costruire l’avvenire presuppone il confronto, attraverso momenti di partecipazione in grado di riavvicinare le istituzioni alle comunità e di colmare la grande lacuna di politica sul territorio. Insomma, è improcrastinabile uno scatto di qualità. Non possiamo più permetterci di perdere l’occasione di usare i fondi europei per mancanza di progettazione, non possiamo permettere che l’Irpinia continui ad avere un ruolo marginale all’interno di un’area, come quella del mezzogiorno, già penalizzata. Per questo, all’epoca del varo del “Piano per il Sud” ad opera del Ministro Provenzano, una nostra delegazione si recò a Roma per discutere con il Ministro di come allargare la partecipazione per la messa in opera del piano ad associazioni, enti e corpi intermedi locali.
Lo schema del Next generation EU richiama l’impegno sulle questioni della riqualificazione e della riorganizzazione del sistema dei servizi su vari fronti, tra cui le infrastrutture ferroviarie dell’Alta velocità, la sanità pubblica, la transizione ecologica, il superamento del gender gap. Guardiamo con particolare interesse allo sviluppo di idee per contrastare l’inquinamento ambientale. Abbiamo supportato le ultime iniziative di sensibilizzazione sul tema della qualità dell’aria e troviamo di eguale importanza riflettere sulla salvaguardia del bacino idrico irpino, tra i più rilevanti in Europa, che merita investimenti infrastrutturali, così come vanno salvaguardati i nostri fiumi con un’azione di monitoraggio dei livelli di inquinamento presenti nelle nostre acque.
Ci auguriamo che il piano per la ripresa dell’Europa diventi anche un piano di ripresa per l’Irpinia; per questo ci rendiamo disponibili a fare la nostra parte aderendo all’appello delle associazioni ControVento e Avellino Prende Parte. Bisogna mettere da parte i personalismi e lavorare insieme per un’Irpinia più innovativa, sostenibile e che possa guardare con speranza al futuro. Ora o mai più.
6000 Sardine d’Irpinia