Alle ore 11.00 di domani, a Montella (AV), nel Centro Sociale di via Panico, avrà luogo un concerto della Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri Campania in onore del Carabiniere Filippo BONAVITACOLA, ucciso l’8 dicembre 1944, poco più che trentenne, a Branova in Slovacchia per mano dei tedeschi.
Primogenito di sette fratelli, Filippo BONAVITACOLA nacque a Montella (AV) il 3 settembre 1914. Dopo aver assolto agli obblighi di leva ed aver ottenuto il congedo illimitato, venne richiamato alle armi il 14 gennaio 1939 e, assegnato al 2° Reggimento Fanteria, partì volontario per la campagna di Spagna ottenendo la croce al merito di guerra, la medaglia di benemerenza per i volontari e la medaglia commemorativa. Il 25 novembre 1940 venne richiamato nuovamente e il 28 giugno del 1941 giunse a Tirana per partecipare alla guerra d’Albania ove, nel giugno del ‘42 entrò nell’Arma dei Carabinieri come ausiliare. Al momento dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, BONAVITACOLA si trovava in Albania, a Berati. Si unì subito, così come fecero molti carabinieri della Legione di Valona, ai partigiani albanesi e con questi combatté, sino a che non fu catturato dai tedeschi ad Elbasan. Destinato ad un campo di concentramento in Germania, riuscì ad evadere e si unì ai partigiani cecoslovacchi. Nuovamente tratto prigioniero, il valoroso carabiniere, per non aver voluto calpestare gli alamari strappatigli dai nazisti, fu condannato a morte dai tedeschi.
I resti di Filippo BONAVITACOLA furono riportati in Italia soltanto nel dicembre del 1994 e sono stati tumulati nel cimitero di Cassano Irpino, vicino al suo paese natale. Qui gli è stata intitolata una via e la caserma che a Montella ospita la locale Compagnia Carabinieri. Ricordano BONAVITACOLA anche strade di Roma e di Napoli e una piazza di Cassano Irpino.
La motivazione della Medaglia d’oro al valor militare decretata alla sua memoria recita: “Sorpreso dall’armistizio dell’8 settembre 1943 in territorio albanese, si univa ai partigiani nella lotta contro i tedeschi. Catturato e condotto in campo di concentramento tedesco, ne evadeva unendosi ai partigiani russi e slovacchi per continuare la impari lotta. Nuovamente catturato, conscio della propria fine, mantenne durante il processo e la lettura della condanna a morte fierissimo contegno, rincuorando i compagni di prigionia, inneggiando al Re e all’Italia. Al momento dell’esecuzione assestava un forte pugno al capitano tedesco che gli si era avvicinato per bendarlo e, scoprendosi il petto, gridava: «Sparate pure, non temo la morte!». Fulgido esempio di alte virtù militari e di fierezza nazionale”.
Alla commemorazione di domani, oltre ai familiari del decorato, è prevista la partecipazione di autorità civili, militari e religiose. Il tutto in una solenne cornice composta da carabinieri in Grande Uniforme Storica e impreziosito dalla presenza dei componenti dell’Associazione Nazionale Carabinieri nonché di alluni e docenti delle scuole di Montella e Cassano Irpino.