“Un uomo che sapeva abbracciarti con le parole”, questo è il ricordo di Aurelio Cangero che l’Arcivescovo Pasquale Cascio della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco–Bisaccia consegna alla memoria della comunità. Ed ieri, nel giorno delle esequie, un intero paese si stringe con affetto al dolore della famiglia Cangero, un ultimo saluto cui hanno voluto partecipare anche i comuni della Valle Ufita, del Calore, del Cervaro e del Partenio. Sturno è invasa dalla composta sofferenza per aver perso un uomo buono, dalla cultura raffinata, dal piglio deciso e dall’humor dirompente e contagioso. Fra le lacrime e gli applausi, il feretro oltrepassa per l’ultima volta l’uscio della sua casa in via Eduardo Grella e in corteo si percorrono quei pochi metri che il professore Aurelio Cangero era solito fare quotidianamente per raggiungere la pazzietta. Un breve percorso accompagnato dalla marcia funebre della banda del paese. La chiesa di San Michele Arcangelo è colma di amici, cittadini, amministratori e colleghi, da quelli dell’Istituto Comprensivo Francesco De Sanctis di Villanova del Battista a quelli conosciuti negli anni. Tutti conservano un ricordo solare del professor Cangero, l’Arcivescovo Pasquale Cascio dall’altare ha tratteggiato il profilo di un uomo poliedrico che ha saputo far sintesi, sempre mosso dalla fede, fra i ruoli che è stato chiamato a compiere. “Pensando ad Aurelio mi viene in mente una parola per definirlo: carica. Un amico affettuoso che ti guardava negli occhi e ti diceva la verità”. Al termine della funzione, si susseguono i messaggi di cordoglio. Il vicesindaco Vito De Leo legge alcune righe mosso dalla commozione: “Aurelio lascia un vuoto incolmabile ma promettiamo che guarderemo al futuro immaginandolo con il colore del suo innato ottimismo”. Ed è straziante la lettera che l’amico Franco Di Cecilia ha condiviso con i presenti menzionando “i tre uccellini Davide, Michele e Enrico Maria” che hanno perduto troppo presto la loro guida, “un padre attento e orgoglioso”.