I numeri del terremoto di dell’80 in Irpinia, a distanza di 40 anni, raggelano il sangue nelle vene. Dietro a quei numeri ci sono vite e famiglie distrutte, per tanti un futuro che non arrivò mai, per tantissimi la disperazione da trasformare in reazione positiva, per ricostruire quel futuro. Dalla enorme energia sprigionata dalla terra, bisognava trovare l’energia per superare quella che fu la più grande catastrofe di questo Paese.
Per chi, come quelli della mia generazione, è arrivato “dopo”, il compito più gravoso, e sono qui nel cratere a testimoniarlo, è anche quello di trasmettere a tutti il sentimento della generazione post terremoto. Abbiamo ereditato incertezze e ritardi, di quella difficile ricostruzione. Abbiamo subito gli effetti delle macerie politiche: infrastrutture mai terminate, selvaggi insediamenti industriali realizzati per sfruttare leggi favorevoli salvo poi abbandonare quelle aree, ruderi ai quali non facciamo più caso e una sequela infinita di occasioni perdute. Ancora oggi dall’Irpinia – e non solo – si emigra a causa di quelle occasioni perdute.
La scossa delle 19.34 di quella domenica di quarant’anni fa deve darci la forza di reagire nei confronti della terribile emergenza sanitaria da Covid19 che stiamo affrontando ormai da molti mesi ed è compito della mia generazione non vanificare il sacrificio di quasi 50.000 morti per covid come quello dei 3000 di allora.
Oggi la generazione post terremoto deve sentire forte il bisogno dare risposte a domande che ci poniamo da 40 anni.
Per questo lavoriamo per garantire che gli edifici siano antisismici grazie al sisma bonus e il superbonus 110%. Investiamo anche in conoscenza per l’edilizia delle aree sismiche. Ripuntiamo in maniera decisa sulle aree interne dell’Appennino meridionale con infrastrutture come quella digitale, realizzando così nuove opportunità in tempi celeri”.
E’ la riflessione del Sottosegretario all’Interno Carlo SIBILIA, irpino, deponendo questa mattina una corona in omaggio alle vittime del terremoto dell’80 a Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino, comune tra i più colpiti nel violento sisma di 40 anni fa in Campania, Basilicata e Puglia.