Domani 23 novembre 2020, ricorre il 40° anniversario del terremoto che ha colpito
tragicamente l’Irpinia. Un momento di terrore e di apprensione che è diventato un
triste, indelebile ricordo per tutti gli irpini che quei momenti li hanno vissuti e che
hanno ancora negli occhi e nei cuori quei drammi, quei disastri, quei morti, quei
feriti, quelle urla che il “mostro” terremoto aveva provocato. Migliaia di morti e feriti,
la distruzione di interi paesi, di parte importante della rete viaria e di altre strutture. –
Così ha commentato il Segretario Generale del Libero Sindacato di Polizia
(LI.SI.PO.) Antonio de Lieto – Il nostro tessuto sociale venne stravolto, ma la nostra
gente non si è arresa, pur con sfumature diverse e dopo un momento di
comprensibile abbattimento, si è rimboccata le maniche ed ha lavorato duramente
per far risorgere la nostra terra. Non solo si è ricostruito, ma vi è stato il miracolo
della ripresa dell’economia e la creazione di importanti poli industriali che hanno
dato lavoro e creato sviluppo. Il terremoto dell’80 ci ha insegnato che, comunque, il
territorio va rispettato e che è necessario impedire costruzioni selvagge e
scriteriate. Certo – ha continuato de Lieto – tante case sbriciolate erano state
costruite tantissimi anni prima, senza alcun criterio antisismico, e ciò è servito da
insegnamento nella ricostruzione. Quarant’anni or sono, il popolo irpino ha mostrato
coraggio e coesione ed i giovani di oggi devono prendere come modello ed
esempio i loro nonni ed i loro padri, ed essere orgogliosi e fieri di essere irpini ed
appartenenti a questa terra, a questa gente. Va sottolineato l’opera importante,
impareggiabile dei tanti volontari, tantissimi giovani, che insieme ai volontari irpini,
ai Vigili del Fuoco, ai militari ed ai reparti delle Forze di Polizia, hanno soccorso la
popolazione, rischiando anche la vita, per salvare vite umane, scavando, a mani
nude, fra le rovine. I tanti gesti di altruismo, di pura solidarietà – ha concluso de
Lieto – hanno contraddistinto uomini e donne, giovani ed anziani, che mettendo
da parte i loro impegni personali, i loro interessi, si sono dedicati agli altri, ai meno
fortunati, a chi aveva perso tutto, anche i propri cari, per ribadire che l’amore per il
prossimo, è un bene prezioso che va tramandato alle nuove generazioni.