“Le centraline Arpac che hanno misurato la concentrazione di diossina nella zona industriale di Marcianise, nelle ore successive all’incendio nell’impianto di smaltimento della Lea, hanno fatto registrare un valore pari a 24,06, ovvero circa 160 volte superiore alla soglia stabilita dalle linee guida della Germania, unico parametro di riferimento tenuto conto che in Italia non esiste alcun limite normativo. Un dato drammatico, in considerazione delle conseguenze inevitabili per l’ambiente circostante, oltre che per la salute degli operai che lavorano in quell’area e per gli abitanti della zona circostante. Ed è paradossale che, nel caso di specie, il rogo abbia interessato un sito da tempo sotto sequestro e rispetto al quale non è stato fatto nulla per rimuovere il quantitativo di rifiuti pericolosi depositati. Siamo oramai al terzo incendio in pochi mesi, dopo quelli che hanno interessato impianti a San Vitaliano e nella frazione Pascarola di Caivano”. Così la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle e componente della Commissione Ambiente Maria Muscarà.
“Sosteniamo con forza la strategia dei Medici per l’ambiente – sottolinea Muscarà – che hanno inoltrato esposti presso tutte le Procure che hanno competenza nelle aree interessate dai roghi, denunciando l’inadeguatezza delle misure di prevenzione adottate fino ad oggi e invocando l’aggravante di danno di salute pubblica al reato di disastro ambientale. Le sostanze inquinanti liberate nell’aria a seguito di roghi di questo tipo, come confermato dal presidente dell’associazione Gaetano Rivezzi, comportano conseguenze inevitabili per la salute dei bambini e delle donne in stato di gravidanza. Nello stesso tempo, come invochiamo da tempo, è necessario aggiornare al più presto il sistema delle autorizzazioni che vengono rilasciate alle aziende che si occupano di stoccaggio e smaltimento di rifiuti, fissando soglie rigide sui quantitativi di materiale da lavorare, così da risalire anche alla reale quantità di rifiuto depositato. Il ripetersi di casi come quelli di Marcianise, Caivano e San Vitaliano confermano, purtroppo, quanto poco sia stato fatto negli ultimi anni in tema di prevenzione e quanto inefficaci si siano rivelate le attività di controllo da parte della Regione”.