Una celebrazioni del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, carica di significato quest’anno, alla luce degli eventi internazionali che vedono il duro conflitto tra la Russa e l’Ucraina. A Grottaminarda manifestazione all’insegna della semplicità tra tanti Tricolore, accompagnata dalla musica della Banda “Santa Cecilia” di Montesarchio e dove la parola “pace” ha riecheggiato più volte ed in maniera sentita.
Una buona partecipazione di cittadini, insieme all’Amministrazione comunale, all’Associazione Combattenti e Reduci, alla Parrocchia di Santa Maria Maggiore, al Corpo di Polizia Municipale, ai Volontari della Pubblica Assistenza, ad una rappresentativa degli alunni dell’Istituto scolastico “San Tommaso d’Aquino”.
Prima la Santa Messa officiata dal Parroco Don Rosario Paoletti nella Chiesa del Rosario, poi il corteo lungo Corso Vittorio Veneto fino a piazza Vittoria dove c’è stata la benedizione e deposizione di una corona di alloro sul Monumento ai Caduti, gli interventi del Presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti, Antonio Grasso, del Sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, dell’Assessore all’Istruzione, Marilisa Grillo, degli alunni dell’Istituto Comprensivo “San Tommaso d’Aquino” che hanno letto pensieri e preghiere dedicati ai morti in guerra ed alla pace, infine un testo sul significato della bandiera a cura della docente Gabriella Rapa.
Particolarmente toccanti i momenti in cui tutti i presenti, tutti insieme, hanno letto la “Preghiera del Combattente e Reduce” e quando il Sindaco ed il Presidente dei Reduci in un gesto carico di simbolismo hanno consegnato il Tricolore nelle mani dei ragazzi quali futuri custodi della Patria. A sugellare l’intera manifestazione l’Inno di Mameli eseguito dai Maestri della Banda “Santa Cecilia”.
«Questi caduti in guerra – ha detto Antonio Grasso, Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci di Grottaminarda – erano per la maggior parte giovani; i loro nomi ci evocano ricordi, lacrime e pensieri, ci fanno riflettere sulla bestialità della guerra e quindi respingere ogni azione violenta, soprattutto in questo momento storico con la guerra in Ucraina. Il ricordo non può non andare al Milite Ignoto, da un anno cittadino onorario della nostra comunità. Questo soldato, o meglio questo eroe, perchè tutti i nostri militi sono eroi, rappresenta tutti i combattenti dispersi, mai tornati a casa».
«Questo è un giorno solenne – ha detto il Sindaco Marcantonio Spera – sempre carico di significati importanti, sociali, civili e religiosi oltre che carico di emozione, quest’anno particolarmente per la tragica guerra che abbiamo alle porte. Il nostro dovere e lo sforzo che noi istituzioni dobbiamo compiere tutti insieme, Scuola, Amministrazione comunale, Associazione Combattenti, è di evitare che in voi ragazzi – ha proseguito rivolgendosi agli alunni – si ingeneri confusione nel sentir parlare di guerra, caduti, combattenti e nello stesso tempo di pace, pace sociale, pace civile e pace interiore. Abbiamo il compito di spiegarvi che cos’è la pace alla quale tutti aneliamo, perchè c’è la guerra, perchè c’è il male, perchè si deve combattere e perchè qualcuno, giorno dopo giorno, si sacrifica per gli altri, per un principio di giustizia, per la ricerca del bene, per la protezione dei propri cari, della propria città e della Patria. In un rinnovato clima di collaborazione con l’Associazione Combattenti prendiamo l’impegno per creare in un’altra sede occasione di approfondimento su questi temi».
«Oggi siamo qui riuniti in questa piazza che è il centro e il cuore del nostro paese per rendere omaggio alla memoria ed a celebrare il giorno dell’Unità Nazionale – ha aggiunto l’Assessora Marilisa Grillo – siamo qui riuniti nell’esprimere gratitudine alle Forze Armate e soprattutto siamo qui uniti per dare la nostra voce, una voce corale, insieme alle tante manifestazioni di pace che si stanno tenendo in questi giorni per il “cessate il fuoco” nella guerra tra Russia ed Ucraina. La commemorazione del 4 novembre ci aiuta a non dimenticare, a ricordare chi ha sofferto e chi è morto al fronte. Ci aiuta a riflettere sul senso della guerra, sempre ingiusta, dolorosa e disumana».