Benedetto Croce, non proprio un bigotto qualsiasi, disse “che noi non possiamo non dirci Cristiani”. Ora, stiamo assistendo che l’Unione Europea vorrebbe cancellare la parola Natale, in nome di un servilismo verso le altre religioni.
E, questo si è constatato anche negli auguri di “buone feste“, fatti ai dipendenti dell’ assemblea dal Presidente del Parlamento Europeo, che ha evitato ad hoc, di aggiungere la parola Natale. Ma, anche in Italia sta in parte avvenendo questo. Lo si nota nei vari programmi delle televisioni a diffusione nazionale, si menziona solo “Buone Feste” omettendo il Natale.
Quindi, la parola Natale è quasi indigesta, ci si avvia in nome di un conformismo elitario, verso un ulteriore passo per la cancellazione, o quanto meno, un palese oscurantismo della tradizione millenaria Cristiana, che è il Natale.
Se questo, è il pensiero dominante in primis nelle istituzioni europee, invece nelle piccole realtà italiane vive ancora la tradizione natalizia. E’, quello di cui siamo stati spettatori ad Ariano Irpino ieri pomeriggio 22 dicembre, presso la sede dell’ Associazione di Volontariato PANACEA, in via Cardito.
L’ Associazione, aveva ideato un’accoglienza straordinaria per i numerosi bambini accompagnati dai rispettivi genitori, che di volta in volta si sono alternati nella sede, per motivi di sicurezza anticovid. La manifestazione si è conclusa in tarda serata.
Ad accogliere i Bambini c’erano le volontarie dell’ associazione, con la loro coordinatrice Maria Spina, la quale rivolgendosi ai genitori dei bambini presenti, ha messo in evidenza: “oggi facciamo rivivere il vero Natale ai vostri Bambini, stanno venendo numerosi e in sicurezza. Come potete constatare i Bambini trovano impersonati il Babbo Natale e la Befana. Molti di loro, lasciano la loro letterina. e sono tutte belle. Qualcuno, ha anche scritto a Babbo Natale per fermare il Covid dicendo: ” fai in modo che noi bambini, possiamo riprendere a giocare “. Questo è il significato del vero Natale Cristiano. Il Natale si deve vivere perché tutti siamo stati Bambini e tutti abbiamo provato certe emozioni. . I Bambini, devono vivere queste emozioni e oggi è un momento sociale importante “.
Come sono lontani i tempi, quando il Natale era sentito nel tessuto sociale italiano. Il drammaturgo Eduardo De Filippo scrisse uno dei suoi capolavori “Natale in casa Cupiello” con il presepe che faceva da sfondo natalizio”.
Anche Luciano De Crescenzo, nel suo film “Così parlò Bellavista” fa rivivere nello scambio di opinioni con il coinquilino Milanese entrambi rimasti bloccati nell’ascensore, il Presepe e l’Albero di Natale. Carmine Martino