Nella Sala Consiliare Sandro Pertini (e non più nei Giardini del Castello causa previsioni meteo) si è tenuta ieri pomeriggio una partecipatissima presentazione del libro “Il Sapore dell’Ingiustizia” di Antonio Rosario Luigi Guerriero, già Procuratore della Repubblica, iniziativa patrocinata dal Comune di Grottaminarda.
Tra i temi trattati insieme ad aneddoti ed episodi della vita del Pm per 20 anni sotto scorta, e quindi legati a pentiti, camorristi, mafiosi, a corruzione e terrorismo, a Giustizia ed Ingiustizia, la separazione delle carriere dei magistrati, la rivisitazione della geografia giudiziaria.
Un confronto che ha riacceso l’entusiasmo rispetto al concepimento di una “Cittadella Giudiziaria simbolo” a ridosso di Santa Sofia/Grottaminarda/Ufita/Flum
«Tutti abbiamo provato nella nostra vita il sapore amaro dell’ingiustizia: quando siamo stati vittime, quando qualcosa che ci aspettava ci è stato negato o quando non siamo stati rispettati nella nostra dignità – ha affermato il Procuratore Antonio Guerriero –Proprio le ingiustizie ricevute sono il centro del mio libro. La chiusura di due tribunali di Sant’Angelo e di Ariano Irpino ha lasciato uno spazio di ingiustizia di 2000 km², perché dietro a tale chiusura sono diminuite le forze dell’ordine ed i servizi essenziali. Cogliamo l’occasione per desiderare un nuovo tribunale proprio ora che quest’area sta diventando baricentrica con la costruzione della stazione dell’ alta velocità. Vorrei l’appoggio di tutti nel prossimo autunno per iniziare questa battaglia”.
Il tavolo di discussione si è aperto con i saluti del sindaco Marcantonio Spera, che ha ringraziato il pubblico numerosissimo “Stasera vorrei parlare prima da amico e poi da Sindaco. Antonio Guerriero è una delle persone a cui faccio riferimento per la mia attività politica. Kant diceva che “la politica senza etica è cieca e l’etica senza politica è vuota”, in mezzo ci sono i concetti di giustizia e libertà. A mio parere il Magistrato è una figura importantissima così come la Chiesa e possono far squadra, mi sono ritrovato a marciare in un corteo con Monsignor Sergio Melillo e a discutere con lui su problematiche di vita sociali e politiche delle nostre comunità.”
I saluti istituzionali sono continuati con all’Avvocato Franca Iacoviello, Consigliera Comunale delegata al Contenzioso ed ai Diritti del Cittadino, che si è soffermata sull’importanza che questo libro con il suo messaggio può avere sulle generazioni future: «il superamento dell’ingiustizia si ottiene solo con la cultura, attraverso lo studio, attraverso la conoscenza, attraverso le informazioni. È un invito a leggere, a studiare perché la cultura ci rende liberi ed è solo in questo modo che si supera appunto quel senso di ingiustizia». La Consigliera ha aggiunto che nella fluidità della sua scrittura il Procuratore descrive avvenimenti di mafia, corruzione e terrorismo ma descrive anche i nostri splenditi paesaggi e proprio parlando dei nostri paesi, ha sottolineato l’assurdità del decreto legislativo del 2012 riguardante la revisione della geografia giudiziaria che ha portato alla soppressione e all’accorpamento dei tribunali tra cui Sant’Angelo e Ariano Irpino, «e questa è da considerarsi un’ingiustizia perché si abbandonano i cittadini».
La parola è stata poi passata dal giornalista Norberto Vitale, chiamato a moderare, alla Dottoressa Enrica Nasti, Giudice del Tribunale di Benevento: «Il libro scritto dal Procuratore è una sorta di testamento che lui lascia alle nuove generazioni ma anche alle generazioni di magistrati che sono a metà strada, come me, nella loro carriera professionale». Ha ammesso l’emozione nel leggere alcuni estratti del libro, perché come lei stessa ha ribadito, l’hanno coinvolta in prima persona ritrovando la sua esperienza diretta, ha sottolineato che «Il senso della giustizia è quello di riportare la luce della speranza in tutte le fasce più deboli perché senno la conseguenza sarebbe la pazzia».
È stata poi la volta della Dottoressa Mariella Ianniciello, Giudice di Cassazione, la quale, riprendendo alcuni estratti del libro, ha sottolineato quanto l’approccio umano e rispettoso del Procuratore sia importante per far collaborare un pentito. «Solo un magistrato super partes può assicurare una decisione imparziale e soltanto in questo modo può realizzare l’uguaglianza dei cittadini. A mio avviso qualora il pubblico ministero venisse separato dalla magistratura, viene separato dai giudici rischiando che diventi un sottoposto al potere politico, il pubblico ministero è un magistrato ed è il primo garante del cittadino, mi preoccupo non come magistrato ma come cittadina, che succederebbe in un processo ad un politico?». Il magistrato, ha ribadito la dottoressa, deve essere indipendente dai poteri politici e dai poteri privati, deve essere dipende da se stesso, dalle proprie passioni e dalle proprie idee.
La presentazione è stata resa ancor più interessante dalle letture di alcuni passi del libro da parte di Nadia lanniciello, dell’Associazione “Il Quarzo Rosa” ed estremamente piacevole dagli intermezzi musicali con brani di De André e Dalla, eseguiti da Rino Vitale, Luciano Bruno e Sabrina Caprarella con brani di De André e Dalla.
Il confronto è poi proseguito con l’intervento del Dirigente dell’ASL di Avellino Mario Nicola Vittorio Ferrante che ha sottolineato, così come affermato dal Procuratore Guerriero nel suo libro, che la fermezza di comportamento di un magistrato è la sua salvezza, «In ogni mestiere l’umiltà e l’onestà intellettuale ripagano sempre, gli errori si commettono ma si risolvono. Bisogna avere il coraggio di rimanere sé stessi per fare il proprio lavoro e soprattutto che ognuno deve fare la sua parte». Ha ripreso il discorso di Guerriero nel volere un secondo Tribunale in Irpinia ed ha ricordato l’Assemblea pubblica dell’8 maggio in difesa di alcune istanze del territorio: «le battaglie non si vincono in solitudine e non si deve aspettare che vadano avanti sempre gli altri. Per fare il cambiamento ci vuole l’unione, ognuno fa una parte, grazie a questa unione a Grottaminarda si è mantenuto il Corso Universitario di Infermieristica».
Ultimo intervento, prima delle conclusioni del Procuratore Guerriero, da parte del Dottor Piero De Pietro, Presidente Sezione Lavoro Corte di Appello: «Il vero problema della lentezza del meccanismo giudiziario si nasconde proprio dentro la magistratura con il clientelismo, il carrierismo del magistrato e le logiche dei giudici che per avere la promozione devono relazionare come piace al capo dell’ufficio». Ogni magistrato, ha ribadito, riprendendo l’esempio dei giudici Falcone e Borsellino, deve agire “Sine metu sine spe, ovvero senza timore degli effetti della propria decisione e senza la speranza di guadagnarsi il beneplacito della maggioranza o dei giudici superiori, così come ha lavorato Antonio Guerriero, solo così la magistratura è una garanzia».
L’interessante incontro si è concluso con l’appello da parte del Procuratore Antonio Guerriero a ciascuno di impegnarsi a fare qualcosa per migliorare le condizioni in questi territori. Il suo impegno sarà quello di portare, a settembre, Governo ed opposizioni in Irpinia, per un incontro con i 56 sindaci interessati nel 2012 dalla soppressione dei tribunali ed intraprendere tutti insieme, facendo rete e senza campanilismi, un percorso per ricostruire un secondo Tribunale in Provincia di Avellino.