“Sono rimasti 11 o 12 giorni in mare», «senza bere né mangiare»: lo ha sostenuto il colonnello Hisham Aldwaini, portavoce delle forze di sicurezza di Misurata, fornendo dettagli sulla morte di migranti a bordo di un barcone di legno al largo delle coste libiche. Il funzionario di polizia, ha precisato che due corpi di migranti erano a bordo sul barcone mentre altri 12 corpi sono stati gettati in mare mano mano che morivano. Aldwaini ha dichiarato che 10 migranti sono stati salvati dalla barca, che era alla deriva in mare per giorni senza cibo o acqua. I migranti, «di differenti nazionalità africane», erano salpati da Sabrata, a una settantina di km a ovest di Tripoli, e sono stati trovati «al largo di Misurata», ha detto la fonte riferendosi alla città situata circa 180 km a est della capitale. Tra i sopravvissuti vi sono «due egiziani e due donne etiopi», ha detto la fonte che ha preferito rimanere anonima e che ha detto di basarsi su loro testimonianze. Il Mediterraneo, continua ad essere battuto dagli scafisti, pronti a traghettare migranti dall’Africa in Italia. E con i “viaggi della speranza” sono riprese le tragedie in mare anche se il traffico è rallentato dallo scorso luglio, quando le reti di contrabbando sulla costa mediterranea della Libia sono state parzialmente distrutte dalla pesante pressione italiana. Quest’anno solo poco più di 11.400 arrivi dalla Libia sono stati registrati dal ministero dell’Interno italiano, oltre l’80% in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 e del 2017.