Il 19 agosto di duemila anni fa Cesare Ottaviano Augusto moriva a Nola

Il 19 agosto di duemila anni fa Cesare Ottaviano Augusto moriva a Nola

E’ stato l’uomo più potente del mondo antico, realizzando quell’ineguagliato e ineguagliabile sistema di ordinamenti politici, sociali ed economici, qual è stato l’impero romano, il cui dominio si sviluppava dalle Gallie fino alla Mesopotamia, inglobando l’ampia e intera area dell’Africa del Nord, per dilatarsi dalla penisola iberica all’area balcanica e all’Armenia, avendo il proprio cuore nel Mediterraneo, il Mare Nostrum. Un modello di governo di popoli ed etnie con distinte connotazioni e culture, che l’Urbe gestì con efficacia, equilibrio e rigore, i cui fasti raggiunsero l’apice dello splendore nei primi due secoli dell’era cristiana, fissando uno degli ancoraggi più solidi della civiltà occidentale nell’incontro tra grecità, romanità e cristianità nel segno dell’universalismo. Le celebrazioni dell’evento in Europa e in Italia programmate da tempo o già attuate costituiscono importanti e significativi momenti di riflessione e di studio sull’opera del “Princeps” per antonomasia, “leggendola” con gli occhi dell’attualità rispetto alla complessità e alle contraddizioni della società della globalizzazione. La civica amministrazione proporrà nei prossimi mesi una serie di iniziative, per rivisitare le luci e le ombre della sfera pubblica e della sfera privata, con cui si alimentò la straordinaria avventura di colui che a ragione veduta è annoverato tra i più Grandi protagonisti della storia politica e sociale dell’umanità.

…. Nel presentire ormai vicina la morte, chiese uno specchio e volle che gli fossero ravviati i capelli. Fece entrare gli amici nella stanza, in cui stava consumando l’agonia, e chiese loro se aveva ben recitato…la commedia della vita, aggiungendo: “Se tutto è andato bene, applaudite questo scherzo, battete le mani e fate un gran frastuono”. E poi li congedò tutti, in attesa dell’incontro con la Grande falciatrice e…livellatrice.

….E’ il sigillo della vulgata comune, con cui l’immaginario collettivo ricostruì gli ultimi momenti di vita di Cesare Ottaviano Augusto. Ed è l’immaginario collettivo, di cui si fa interprete e portavoce Svetonio– autore della celebre opera “Vite dei Cesari”- “la lingua più affilata dell’antico Ovest”, per dirla con Luca Canali, alla luce della nota versatilità che poneva nella minuziosa e puntigliosa ricerca dei dettagli, con cui ravvivare ed arricchire i suoi “racconti”, concedendosi troppo spesso ai pettegolezzi, ma fornendo anche accurate testimonianze di glorie e soprattutto rappresentazioni delle ignominie dei “palazzi del potere”. Ignominie di ieri, come di…oggi e di domani. Nihil novi sub sole.

 ….Il congedo dalla commedia della vita, per Cesare Ottaviano Augusto, avvenne nella dimora familiare- dov’era morto il padre Ottavio- a Nola, la cui estensione urbana era ben più vasta dell’attuale configurazione comunale. Era il 19 agosto del 14 dopo Cristo ed era nato a Roma il 19 settembre del 63 avanti Cristo. Era ormai al giro di boa dei 77 anni compiuti, di cui ben 44 vissuti nel controllo diretto e indiretto, con maggiore o minore capillarità, a seconda delle circostanze, delle articolazioni dello Stato romano, da quelle della  Repubblica,  in crisi di crescita dopo i successi nelle guerre puniche e l’annientamento dalla potenza di Cartagine, a quelle del secondo triumvirato “istituzionalizzatocon Marco Antonio e Marco Lepido. E con  l’istituzionalizzazionedelsecondo triumvirato, non solo si protrassero le estenuanti guerre civili- durate in complesso poco meno di un secolo, tenendo sotto scacco le attività produttive- ma fu anche segnata la dissoluzione dello Stato romano così come si era venuto strutturando con l’assetto oligarchico della Repubblica. La ricomposizione dello Stato, ma su basi del tutto nuove fu il capolavoro di strategia politica e di tecnica di governo del vasto impero; capolavoro, la cui attuazione è pienamente riconducibile a Cesare Ottaviano Augusto, seguendo, tuttavia, le linee del progetto di Giulio Cesare. Un capolavoro, coerente con il motto:”Affrettati lentamenteovvero “Festina leniter”. Come per dire, la politica, che pure è il…regno dell’ambiguità, e l’arte del governo hanno senso compiuto, se sono correlate con la capacità di decidere e di realizzare le scelte, una volta fatte.

LIBRI, MOSTRE E CONVEGNI DI STUDIO: L’ANTICO INCONTRA L’ATTUALITA’

   La “lezione” di Augusto e della sua età nell’incontro con l’attualità del nostro tempo, segnato dal multiculturalismo e dalla velocità comunicativa delle autostrade dell’informatica, è un cammino allettante e ricco di stimoli cognitivi. Un percorso, che può essere seguito attraverso le pagine de “Il divo Augusto. Principe dell’Urbe e dell’Impero”, pubblicato da Schena editore. Roberto Toppetta ripercorre la vicenda politica del “Princeps” attraverso il collage ricco ed organico per le comparazioni delle testimonianze di Livio, Cassio Dione, Tacito, Plutarco, Virgilio, Plutarco e Seneca; di assoluto ed eccellente rilievo i riferimenti alle opere di Theodor Mommsen, Santo Mazzarino e Luciano Canfora.

Altro testo, che fa da guida in questo itinerario è la “La rivoluzione romana”. E’ l’opera, che costituisce un caposaldo degli studi sull’antica Roma. Scritta da Ronald Syme fu pubblicata la prima volta nel 1939 ed ora è stata riproposta da Einaudi. E’ il corposo volume di 650 pagine, che focalizza la caduta della Repubblica, con il declino delle libertà che rappresentava, e l’istituzione del “Principato augusteo”.

   Tra i convegni di studio merita attenzione, il Colloquium augusteum, sul tema del “Perfetto inganno”, svoltosi, in sessione mattutina e pomeridiana, il 27 febbraio scorso, a Torino, nell’Aula Magna dell’Università, e nel Salone degli Svizzeri, a palazzo Chiablese. Al centro del convegno la politica del principato e la funzione strategica di Torino, fondata da Augusto, nel generale assetto geo-politico del “Principato”. Protagonisti Sergio Roda, Luciano Canfora e Paolo Desideri.

   Nell’ambito delle Mostre, si segnala quella dedicata alla tematica augustea ed allestita nelle Scuderie del Quirinale,ancora visitabile. E’ un’eccezionale rassegna, a cui si affiancherà, quella che sarà aperta il 23 settembre prossimo, restando aperta al pubblico fino al 12 aprile del 2015. Tema: ”Le chiavi di Roma. La città di Augusto”. E’ un vero e proprio evento di spiccata risonanza culturale, con dimensione internazionale.

   Sarà inaugurata, a Roma, ai Mercati di Traiano, nel Museo dei Fori imperiali. E, per la prima volta, un’esposizione verrà inaugurata, in contemporanea, in altre tre città: ad Alessandria d’Egitto, nella Biblioteca alessandrina; ad Amsterdam, nel Museo Allen Pierson; a Sarajevo, nella storica Biblioteca. Le sinergie praticabili con le moderne tecnologie permetteranno la visione in contemporanea. L’evento è organizzato dalla rete dei Musei virtuali V-Must, coordinata dal Consiglio nazionale delle ricerche. Protagonisti-attori dell’evento, un vecchio mercante e suo nipote alla ricerca delle chiavi di Roma, nell’unico giorno in cui il dio Giano consentiva di aprire le porte del tempo. Filmati, sistemi d’interazione naturali e applicazioni mobili permetteranno di seguire i protagonisti-attori nella loro ricerca, per una magnifica ed insolita ricognizione dell’Urbe.

                                                       LA CITTA’, GLI OTTAVI E AUGUSTO

     E’ noto il filo diretto, che corre tra Nola e la famiglia degli Ottavi, originaria di Velletri. E’ il filo diretto collegato alle proprietà terriere e alle ville, di cui la famiglia del “Princeps” disponeva nell’area nolana e vesuviana. Augusto come la sorella Ottavia avevano consuetudine di rapporti con le località più attraenti della Campania. Di particolare valenza era il legame tra Ottavia e la città. Un legame ch’è valso per Ottavia, l’appellativo di Augusta nolana, una personalità forte e di notevole caratura politica, il cui ruolo costituì il filo tematico della lezione, svoltasi nel Museo storicoarcheologico di via Cocozza; lezione, che coinvolse alcune centinaia di visitatori e che fu sviluppata dall’archeologa Elisabetta Vitale. Una “lezione” dal vivo e “parlante” attraverso i reperti dell’età augustea, che fanno mostra di sé nella bella struttura, meritevole di essere valorizzata e…fatta conoscere, per i… tesori, di cui è dotata.

   La ri-scoperta di Ottavia e della connessione tra la città e Augusto  è stato merito di Meridies, la benemerita associazione di volontariato civico, attiva da alcuni decenni, con iniziative di qualità e interessanti. La “lezione” su Ottavia era stata preceduta, a gennaio, dalla pubblicazione del calendario, dedicato ai reperti d’età augustea presenti sul territorio; pubblicazione curata dalla sezione cittadina dell’Archeoclub, presieduta dalla prof.ssa Flora Nappi.

   Sono i tasselli, che preludono, per dir così, alle iniziative, che si appresta a porre in cantiere la civica amministrazione, su proposta dell’assessorato ai beni, alle attività culturali e al turismo, di cui è titolare l’architetto Cinzia Trinchese. Una serie di appuntamenti e dibattiti, in cui saranno impegnati, per lo più, storici e storiografi italiani e stranieri, oltre che di studiosi ed esperti di romanistica, per un approccio compiuto al sistema augusteo sotto tutti i profili. Un sistema largamente efficiente, con rigorosa programmazione e gestione dell’economia e delle finanze, per non dire della severa selezione del personale preposto all’amministrazione delle province senatorie e imperiali; dell’esercizio della giurisdizione civile e penale ultra-rapido; della distinzione di ruoli e funzioni, con frequenti cambi di sedi, a garanzia della terzietà e della buona amministrazione. Sono scenari istituzionali, costituzionali, politici, ideologici e culturali, che hanno retto bene la prova dei loro “tempi”, almeno per tre secoli, lasciando di sé un buon retaggio.

   L’opportunità, per averne una maggiore e migliore conoscenza, è davvero pregevole. Interpella i cittadini e soprattutto il mondo della scuola del territorio.