Otto giorni di grande cinema d’autore, di sperimentazione e di ricerca, con oltre ottanta proiezioni, più di trenta ospiti internazionali e italiani, tre concorsi con opere da tutto il mondo, retrospettive, masterclass, mostre e convegni: Avellino torna a essere al centro della scena cinematografica indipendente e del nuovo ‘cinema del reale’ con il festival internazionale “Laceno d’oro” (44esima edizione, 1-8 dicembre), nel sessantesimo anniversario dalla sua prima edizione del 1959 nata dalla felice intuizione di Pier Paolo Pasolini per valorizzare il territorio irpino con una rassegna di ispirazione neorealista.
Un anno importante quindi per la manifestazione organizzata dal Circolo ImmaginAzione con la direzione artistica di Antonio Spagnuolo in collaborazione con Aldo Spiniello, Sergio Sozzo, Leonardo Lardieri della rivista cinematografica Sentieri Selvaggi e Maria Vittoria Pellecchia, e con il contributo di Regione Campania e MIBACT – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, che porterà in città molti ospiti di prestigio internazionale insieme a grandi autori del panorama culturale italiano. Quartier generale il Cinema Partenio in Via Giuseppe Verdi con eventi anche al Complesso Monumentale Carcere Borbonico (Piazza Alfredo de Marsico) e al Cinema Comunale di Bagnoli Irpino (Av), sede storica della manifestazione al tempo di Pasolini.
Tra i protagonisti più attesi il regista portoghese João Botelho, che presiederà la giuria del concorso di lungometraggi “Laceno d’oro 44” e presenterà il suo film “Pilgrimage” (2017), sui viaggi dei marinai portoghesi verso l’Oriente, tra narrazione letteraria, racconti familiari, teatro e musica (Mercoledì 4 dicembre ore 21 Cinema Partenio). Saranno premiati alla carriera i registi Franco Maresco, autore di “La mafia non è più quella di una volta”, un viaggio dentro la mafia e l’antimafia nella Palermo di oggi, Premio speciale della giuria a Venezia 76 (Lunedì 2 dicembre, ore 20,30 Cinema Partenio), e Pedro Costa, sontuoso regista portoghese che presenterà il suo ultimo film “Vitalina Varela”, Pardo d’oro a Locarno 2019 per il miglior film e miglior interpretazione femminile, potente opera sull’emigrazione capoverdiana a Lisbona (Domenica 8 dicembre, ore 20,30 Cinema Partenio). Maresco e Costa, a cui saranno dedicate due retrospettive con una selezione dei film più significativi, terranno anche due masterclass per approfondire i temi delle loro cinematografie.
Tra gli ospiti italiani il regista Mimmo Calopresti con il suo ultimo lavoro “Aspromonte – La terra degli ultimi” (Giovedì 5 dicembre ore 21,30 Cinema Partenio), nel cast Valeria Bruni Tedeschi, Sergio Rubini e Marcello Fonte. Ambientato in un paesino della Calabria, il film è un western atipico sulla fine di un mondo e sul sogno di cambiare il corso degli eventi grazie alla voglia di riscatto di un popolo. La regista e sceneggiatrice friulana Katja Colja presenta il suo esordio di successo “Rosa” con protagonista Lunetta Savino, storia di una donna sessantenne che affronta il dolore della perdita della figlia insieme al marito ma che reagisce, al contrario dell’uomo, facendo nuove esperienze fino alla rinascita (Domenica 1 dicembre ore 18 Cinema Comunale di Bagnoli Irpino e ore 21,30 Cinema Partenio).
Cuore del festival i tre concorsi internazionali con opere pervenute da tutto il mondo: in gara sette lungometraggi, dodici documentari e diciotto cortometraggi. La cerimonia di premiazione dei film vincitori, che si aggiudicheranno un premio di Euro 3.000 per i lunghi e di Euro 1.500 per doc e corti, si svolgerà domenica 8 dicembre alle ore 21 al Cinema Partenio.
Numerosi gli omaggi a grandi autori del cinema a partire dal nume tutelare del festival Pier Paolo Pasolini con la proiezione del film “12 dicembre” (1971) sulla strage di Piazza Fontana del 1969, di cui ricorre il cinquantesimo, un film non ufficialmente attribuito al regista per non subire conseguenze legali ma che lui stesso dichiarò successivamente come suo. Al film seguirà un dibattito con Roberto Chiesi della Fondazione Pasolini (4 dicembre ore 18 Cinema Partenio). Il festival organizza inoltre il convegno “Da Piazza Fontana ad oggi: terroristi, vittime, riscatto e riconciliazione” (6 dicembre ore 17,30 Carcere Borbonico). Intervengono Ciriaco De Mita, il prefetto Carlo De Stefano, ex capo dell’antiterrorismo, il sociologo Antonello Petrillo, l’ex deputato Nicodemo Oliviero e lo scrittore e giornalista Angelo Picariello che presenta il suo libro “Un’azalea in via Fani”.
Il Laceno d’oro ricorda Cesare Zavattini, il ‘poeta del Neorealismo’, anch’egli fortemente legato all’Irpinia e illustre sostenitore del “Laceno d’oro”, con la proiezione di “La lunga calza verde” di Roberto Gavioli da un soggetto di Zavattini (5 dicembre ore 17 Cinema Partenio); a trent’anni dalla scomparsa, omaggio al regista e attore americano John Cassavetes con la proiezione di “Una moglie” (3 dicembre ore 21,30 Cinema Partenio) e “La sera della prima” (4 dicembre ore 21,30 Cinema Partenio); infine sarà dedicata una retrospettiva a Luigi Di Gianni, regista napoletano e maestro del documentario antropologico, con quattro lavori: “Magia Lucana”, “La potenza degli spiriti”, “Il male di San Donato”, “Vajont (Natale 1963)” (2 dicembre dalle ore 16 Cinema Partenio).
Per la sezione “Spazio Campania”, vetrina per le produzioni del territorio, saranno in visione venti opere tra cui “Never Forever” di Fabio Massa, “La Gita” di Salvatore Allocca, “Veronica non sa fumare” di Chiara Marotta, “V†M – Vita e morti a due passi dalla scuola” di Cyop&Kaf.
Sugli schermi del Laceno d’oro nelle sale del Cinema Partenio si alterneranno, fuori concorso, opere che hanno avuto già una distribuzione nazionale e produzioni indipendenti italiane: il 2 dicembre sarà proiettato “I diari di Angela – Noi due cineasti” di Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, l’archivio di immagini della storica coppia di cineasti; e ancora, alla presenza degli autori, il 3 dicembre sarà in visione “Sole” di Carlo Sironi, sul tema della maternità surrogata; il 6 dicembre “Storia dal qui” di Eleonora Mastropietro, sul ritorno dell’autrice nel suo paese d’origine in provincia di Foggia e “La città che cura” di Erika Rossi, storia di una periferia e le sue difficoltà, dove un gruppo di persone cerca la condivisione per ‘curare’ la solitudine; il 7 dicembre “Albero, nostro” di Federica Ravera, film-documentario che celebra l’opera di Ermanno Olmi e “Sono innamorato di Pippa Bacca” di Simone Manetti, storia della giovane artista violentata e uccisa in Turchia nel corso del suo viaggio per la pace tra i popoli.
Il festival conferma anche la sua attenzione per la storia del cinema con due mostre fotografiche al Carcere Borbonico: «CINEMA» 1936-1956, il lungo viaggio del cinema italiano a cura di Orio Caldiron e Matilde Hochkofle che si inaugura lunedì 2 dicembre alle ore 17,30. Intervengono Orio Caldiron, il critico cinematografico Valerio Caprara e lo storico del cinema Paolo Speranza. La mostra ripercorre alcuni dei momenti più importanti del lungo viaggio del cinema italiano attraverso le pagine della rivista “Cinema” che, nata nel 1936, diventa la sede privilegiata delle inquietudini e delle aspirazioni di un gruppo di giovani critici che si battono per un cinema in grado di rappresentare la realtà italiana e insieme il loro radicale rifiuto del clima opprimente del regime fascista. La rivista chiude i battenti nel luglio 1956, in tempo per interrogarsi sul panorama dei giovani registi e sulla rinnovata vitalità del cinema popolare. Il 3 dicembre alle ore 17 inaugurazione della mostra “Il giudice sceneggiatore. Dante Troisi e il cinema”, sul giudice e scrittore irpino a cura di Paolo Speranza.