L’organizzazione del noto Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, ideato e presieduto dal poeta e critico letterario marchigiano Lorenzo Spurio e bandito annualmente dall’Associazione Culturale Euterpe di Jesi (AN), con l’autorizzazione della famiglia, ha deciso di conferire un Premio Speciale “Alla Memoria” al giovane poeta irpino Domenico Carrara che nel 2021 è venuto a mancare. Il Premio, che vanta da anni un’ampia partecipazione tra poeti e scrittori, ha visto quest’anno giungere nel corso della competizione più di mille opere, confermando ancora una volta il prestigio di questo concorso e il riconoscimento trasversale tanto di pubblico che di istituzioni amministrative e culturali. Tra i vari enti che hanno collaborato in questa edizione figurano centri di cultura di alto livello quali il Centro Studi “Sara Valesio” di Bologna, il Centro Culturale “Vittoriano Esposito” di Avezzano (AQ) e l’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
Domenico Carrara nacque ad Atripalda (AV) nel 1987. Fu poeta, scrittore e filosofo. Durante la sua breve esistenza collaborò a vari progetti editoriali e iniziative culturali. Sue poesie vennero pubblicate in antologie. Affascinato dalla poesia di Ungaretti, Montale e Saba, sin dalla giovinezza, non mancò di occuparsi anche di autori quali Giorgio Caproni e Andrea Zanzotto (dei quali si evincono camei nelle sue opere) e della polacca Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996. Originario della terra d’Irpinia che nel 1980 soffrì il forte terremoto che tanto caos generò nella zona dilaniando le poche sicurezze della poca gente di Provincia, dalla sua amata terra, forse disattenta o non così capace di accogliere e dare proiezioni concrete ai giovani, negli ultimi anni si era allontanato, dopo aver vinto un concorso come personale Ata che l’aveva portato nel nord Italia. Nel gennaio 2021, dopo copiose ricerche scattate in seguito alla sua scomparsa, purtroppo venne ritrovato senza vita nei pressi di Bienno (BS) dove sembra fosse caduto da un crepaccio durante una passeggiata in montagna. Vari i libri pubblicati da Carrara: per la narrativa i romanzi Binario 8 (2012), C’è chi si lamenta della pioggia (2015) e Mnemosine (2019) con illustrazioni a colori di Sonia Giampaolo; per la poesia, oltre a varie pubblicazioni online, su riviste (tra cui «Pickwick») e su antologie il libro A riprendere le stelle (2009) e la raccolta postuma Nel ripetersi delle cose (2021).
Il Premio verrà consegnato ai familiari di Domenico Carrara nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà nelle Marche, domenica 15 maggio a Senigallia (AN) presso l’Auditorium San Rocco alla presenza della Commissione di Giuria del Premio presieduta dalla poetessa e giornalista Michela Zanarella, del Direttivo di Euterpe APS e di rappresentanti del mondo della poesia e della cultura a livello nazionale. Tale decisione di attribuzione del riconoscimento ha, inoltre, ottenuto il riconoscimento ufficiale, mediante la concessione del Patrocinio Morale, dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ateneo nel quale Carrara si laureò. Nel corso della serata verrà il Poeta verrà ricordato anche attraverso la declamazione di alcune sue poesie. Gli organizzatori pubblicheranno un volume antologico (non in commercio, diffuso durante la premiazione ai soli premiati) contenenti le opere premiate nel corso di questa edizione del Premio unitamente alla biografia, testi scelti di Domenico Carrara e la motivazione critica stilata dal Presidente del Premio, Lorenzo Spurio, per l’attribuzione del riconoscimento ad memoriam. Un Premio Speciale “Alla Carriera” verrà, inoltre, consegnato al poeta milanese Guido Oldani, fondatore del realismo terminale e di recente candidato Premio Nobel per la Letteratura.
Motivazione del conferimento del Premio
Appena un anno fa il giovane poeta campano Domenico Carrara, per un banale e cinico gesto del destino, lasciava questa terra. Dalla disillusa e lontana Irpinia, luogo che dipinse spesso nelle sue liriche per sottolinearne quel rapporto duplice di legame autentico ma anche di sentimento di reclusione in uno spazio estraneo e arcaico, era partito alla volta del nord Italia dove aveva accettato di lavorare come collaboratore scolastico, a fronte della sua ben più prestigiosa laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Napoli[1]. Le vicende della sua dolorosa scomparsa sono note alla cronaca e non intendiamo qui oggi parlare di questo anche perché – ed è la ragione per cui ne tributiamo il suo valore di Poeta – egli è piuttosto vivo ancora oggi. Lo è per mezzo delle opere che ci ha lasciato, delle poesie dove non si cela quello sguardo acuto e passionale verso la vita, è ancor più presente in quegli studi di chi, occupandosi della letteratura meridionale, non può non richiamare la sua opera, ricordare il suo percorso che, seppur breve, ha meritatamente lasciato il segno.
Grazie allo strenuo impegno della famiglia dopo la sua morte è uscito un nuovo libro (Nel ripetersi delle cose), un ricco repertorio di poesie che Domenico aveva scritto negli ultimi tempi, opera che ci aiuta molto a comprendere le sue idee, la sua impostazione della vita, le forme del pensiero e la capacità se non unica senz’altro rara di parlare degli spazi della sua infanzia con un incanto smagato, con una criticità dolce. Non dei veri atti d’accusa, i suoi, nei confronti della Provincia disattenta e priva di futuro, seriamente segnata dal terremoto dell’Irpinia del 1980 e dagli interventi edilizi approssimativi e insoddisfacenti, ma una disanima giusta di un giovane che – purtroppo – è costretto a percorso migratorio verso un Nord apparentemente più incline a fornire possibilità, strade da poter percorrere per la creazione della propria esistenza. La poesia di Carrara, migrante del XXI secolo, richiama assai bene, nelle forme e nella concezione che l’ispira, la stagione della de-territorializzazione, dell’esilio più o meno volontario, dell’allontanamento, della possibilità di crescita solo in un altrove. Lo scopriamo degno erede del calabrese Franco Costabile, privo, però, di patina ermetica e del lucano Leonardo Sinisgalli, il poeta-ingegnere che, per realizzarsi (e affermarsi), lasciò il borgo di Montemurro (PZ) nella desolata Val d’Agri per la frenetica e ruggente capitale meneghina. Non scevra da questa componente, che è comunque assai rilevante nell’opera del Nostro, è una riflessione continua e sentita in merito alla poesia non tanto come atto creativo ma quale forma d’immedesimazione e di ricerca interiore. La decisione dell’organizzazione del Premio è stata unanime nel voler attribuire il Premio Speciale “Alla Memoria” alla sua persona.
Lorenzo Spurio
Presidente del Premio
[1] Stava, inoltre, per laurearsi di nuovo con una tesi su Umberto Eco presso l’Università degli Studi di Salerno.