C’è chi vuole sostituire l’euro con i minibot, chi si fida dei bitcoin, ci sono città che hanno provato a battere monete locali e la sindaca Raggi qualche volta ha ipotizzato di adottare una valuta capitolina, il “Tibex”. Nel frattempo nella città del Papa qualcuno ha già inventato una moneta alternativa: la preghiera. Succede a Montespaccato, nella parrocchia di Santa Maria Janua Coeli. Alle spalle della chiesa, all’ingresso del parcheggio, un cartello fa sapere agli automobilisti che per occupare un posto auto bisogna pagare al proprio parcometro interiore 10 Ave Maria per un’ora di sosta, 20 per due ore, 30 per tre ore e così via; tariffa non proprio economica in verità, ma si sa che al giorno d’oggi non ti regala più niente nessuno.
L’idea è di padre Antonio Sconamila, che sa declinare il suo mestiere di parroco con creatività e comunicativa, riuscendo a richiamare l’attenzione di una comunità sempre più secolarizzata. Un errore contenuto nel cartello conferma peraltro la distanza tra la Roma di oggi e il culto cattolico (la scritta “Pater Aver Gloria”, con quella r di troppo, è certo opera di uno stampatore che non sapeva il significato di ciò che stava stampando). Forse la storia del pio parcometro andrebbe letta al contrario: ormai a Roma la più pregiata moneta di scambio è diventata il parcheggio, e per guadagnare un posto auto i romani sono disposti a qualunque sacrificio, persino a convertirsi al cristianesimo.