di Gianni Amodeo
E’ saggista di fine e perspicace caratura analitica, con particolare attenzione e interesse per la contemporaneità sociale e politica, Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg– Rai2. Un’attitudine ricognitiva di ampio respiro, con cui scandaglia fatti, eventi e scenari internazionali, sviluppando lucide argomentazioni ancorate a dati e dettagli che hanno il pregio di delineare una visione d’insieme sulla situazione in atto, dandole contenuti e prefigurando le prospettive che la connotano. E’ il metodo di ricerca che si conferma, come in altri testi, tra cui “ Scacco allo Zar. 1908–1910. Lenin a Capri”, anche nell’opera di recente pubblicazione, intitolata “Il nuovo Mao. Xi Jinping e l’ascesa al potere nella Cina di oggi” , presentata dallo stesso autore nella Sala consiliare del palazzo comunale, a San Giuseppe Vesuviano, con l’introduzione del giornalista Alessandro Sansoni, a cui seguivano gli interventi di Silvia Annunziata, assessore alla cultura e del sindaco Vincenzo Catapano.
Evidenziato che nel 2018, la rivista «Forbes», ha collocato Xi Jiiping al primo posto nella graduatoria dei 75 uomini più potenti del mondo e ben davanti a Putin e Trump – il che è tutto un dire più che eloquente- Sangiuliano poneva sotto la lente d’ingrandimento la Riforma costituzionale votata dall’Assemblea nazionale del popolo cinese che ha cancellato il limite massimo dei due mandati presidenziali. E’ la condizione per la quale Xi Jinping può essere considerato il «nuovo Mao» per la somma dei poteri che è in grado di esercitare e conferiti secondo l’ordinamento costituzionale, senza alcun vincolo di tempo. E così Xi Jinping è presidente della Repubblica Popolare di Cina, segretario generale del Partito comunista cinese e, soprattutto, capo della Commissione militare centrale, l’articolazione piena e compiuta del potere che fa leva sull’organizzazione dell’assetto militare dello Stato.
Da questa premessa fondamentale, per leggere e inquadrare la dimensione e la fonte reale del grande potere di Xi Jinping, derivano importanti e rilevanti domande sul ruolo che svolge -e sempre più marcatamente è destinato a svolgere- la Cina nella configurazione della geopolitica mondiale, la cui agenda, a far data dalla simbolica Caduta del Muro di Berlino nel 1989, non è più quella disegnata da Yalta, che sancì nel 1945 il bi-polarismo Usa–Urss; bi–polarismo che già negli anni ’70 appariva sfibrato e del tutto ormai rimosso, cedendo il campo al multipolarismo nella società mondializzata e della rivoluzione tecnotronica. E quello multipolare é’ il prospetto, di cui Cina e India sono potenze di primario rilievo.
Sono domande a tema variabile, il cui fulcro si trova a Pechino, per polarizzarsi non solo sulla funzione politica e di potere di Xi Jinping che regna come un monarca assoluto su oltre un miliardo e trecento milioni di persone, ma anche sulle strategie della «nuova via della seta», il colossale Piano infrastrutturale e d’investimento che coinvolge Asia, Europa e Africa, ed è destinato a cambiare gli equilibri economici del commercio mondiale.
Xi e la “Quinta generazione”. Maoismo “religione politica”, Confucianesimo dogma culturale
Domande a cui Gennaro Sangiuliano, direttamente nella sala consiliare e con le pagine documentate del suo libro ha dato – e dà– risposte dal suoi angolo di visuale e di giudizio. E’ l’angolo visuale, da cui ripercorre le tappe più significative della biografia del leader cinese: dall’iscrizione al Partito comunista cinese nel 1974 agli incarichi governativi nelle province di Shaanxi, Hebei, Fujian e Zhejiang, dalla guida della Municipalità di Shanghai all’ingresso nel Comitato centrale, che lo trasforma nel rappresentante autorevole e di spicco della «Quinta generazione» dei massimi dirigenti della Repubblica popolare, (dopo Mao, Deng Xiao Ping, Jiang Zemin e Hu Jintao. E’ la rivisitazione di un rapido e robusto “cursus honorum”, a cui corrisponde la traiettoria seguita dalla Cina diventata oggi una potenza economica globale.
E’ la realtà, in cui il carismatico Xi Jinping può attuare con ancora maggiore determinazione il suo progetto neonazionalista, fondato- è la tesi di Sangiuliano– sulla riproposta del Maoismo come «religione politica» e del Confucianesimo come dogma culturale. L’una e l’altro, a loro volta, costituiscono le coordinate di un vero e proprio disegno egemonico che, sull’altare di un aggressivo capitalismo di Stato a partito unico, contempla anche l’ annullamento— come testimoniano le violente proteste scoppiate di recente a Hong Kong – di valori fondamentali quali sono quelli della democrazia e della libertà. E su questo piano si pone la vera sfida che l’ Occidente è chiamato a sostenere. Affrontarla alla pari e superarla, chiama in causa l’etica della pacifica convivenza dei popoli e la diffusione della cultura.