a cura di Carmine Napolitano
La domanda che almeno tutti almeno una volta ci siamo posti. Già cosa avremmo cambiato se avessimo potuto? Le risposte in merito sono sicuro che sarebbero molte e variegate dal “cambierei tutto” al magari “non cambierei nulla” dipende sicuramente da quelle che erano le aspettative di ognuno di noi. Bisogna però fare attenzione su una cosa, questa domanda di per se richiede una forte e mirata autocritica a volte pericolosa. Mi spiego in termini pratici, per capirci meglio, quelli che dicono “cambierei tutto” evidenziano, o almeno provano a farlo, agli occhi di tutti un forte malessere un senso di insoddisfazione anche personale dettato dalle difficoltà a trovare lavoro o magari a tenere il passo con gli studi. L’unico consiglio possibile a tutti coloro che tendono ad essere giù di morale per questo, è quello di guardare avanti senza voltarsi indietro, essere ottimisti quanto più possibile e cercare di combattere per ciò che si crede. Discorso a parte va fatto per gli adolescenti invece perché questo per loro è quel periodo in cui si è divisi tra la perenne voglia di crescere ma contemporaneamente tornare indietro, divisi tra la voglia di diventare grandi ma al tempo stesso ritornare a vivere momenti della propria infanzia o magari tornare soltanto qualche anno indietro. Periodo duro in cui tutto sembra difficile in cui ci si sente spaesati ma la cosa migliore è reagire non pensare a niente meglio ancora non porsi questa domanda adesso e ricordare, come dice una canzone, che questi “sono gli anni più duri ma dicono i migliori” e i motivi bhé non credo ci sia bisogno di spiegarli anzi aggiungo che se proprio si vuole avere qualche spiegazione basterà parlare con qualsiasi persona più adulta. La vita è dura ma pensare a “quello che poteva essere” non ha senso meglio guardare avanti e cercare così di non farsi sfuggire delle occasioni, perché no, migliori e questo discorso è rivolto a tutti dai più grandi a più piccoli. Infine do un con consiglio, dialogate, parlate, scegliete voi il verbo ma l’importate è farlo perché attraverso qualche dialogo con qualcuno più grande che sia un genitore, un amico, un prete o qualsiasi altra persona si può superare qualche brutto momento che tutti possono avere, è normale. Non bisogna farsi vincere dalle proprie paure ma combatterle e cercare di superarle, questo vuole dire anche crescere questo vuole dire diventare maturi ma sopratutto vuol dire sconfiggere, prima che possa nascere, un qualcosa di brutto che prende il nome di “depressione”. Forse sarò come sempre esagerato ma cari lettori i miei sono degli incoraggiamenti a riflettere, nient’altro anche se molti la pensano in modo diverso da me.