. «Ancora una volta ci vediamo costretti ad intervenire in merito alle indebite richieste di pagamento, avanzate dallo Iacp di Avellino, agli inquilini assegnatari, per gli oneri di manutenzione straordinaria degli ascensori degli stabili di proprietà dell’ente». Ad affermarlo è il segretario nazionale dell’Acai – Associazione condòmini assegnatari e inquilini, l’irpino Giovanni Ardolino.
«Già qualche anno addietro – prosegue il rappresentante sindacale – dovemmo constatare la medesima situazione, che immediatamente segnalammo alla dirigenza dell’Istituto autonomo case popolari e agli stessi cittadini assegnatari, senza però ottenere risultati. In pratica, agli utenti – ieri come oggi – vengono caricati costi che per legge (art. 1576 c.c. , Legge 392/78)sono di competenza dei proprietari. Un aggravio non indifferente per le famiglie, che già debbono sobbarcarsi le quote di spesa per l’energia elettrica e per la manutenzione ordinaria, necessarie al funzionamento dell’elevatore. In questi giorni, infatti, gli inquilini si sono visti recapitare a casa richieste di pagamento nelle quali si indicava anche una voce relativa a spese “extracontrattuali”, una definizione che di per sé già palesa una chiara forzatura. Senza contare che il tono delle comunicazioni inviate dallo Iacp appaiono poco rispettose nei confronti degli utenti, trattati alla stregua di furfanti da mettere alla berlina. Purtroppo si dimentica, invece, che gli assegnatari sono spesso costretti a subire l’inefficienza dell’ente e a vivere in alloggi talvolta inadeguati»
«Riteniamo – conclude Ardolino – che un ente pubblico debba garantire con trasparenza ed in maniera adeguata i servizi rientranti nei propri compiti istituzionali, che non sono affatto una benevola concessione di qualcuno. I cittadini utenti, da parte loro, ovviamente sono tenuti ad osservare le regole, gli oneri dovuti. Sulla questione specifica, dunque, chiediamo alla dirigenza dello Iacp di rivedere i conteggi delle spese e di inviare agli assegnatari degli alloggi richieste di pagamento corrette».