A dieci anni esatti dallo storico primo referendum comunale tenutosi sull’acqua in Italia, appuntamento a Nola venerdì 21 dicembre alle ore 18 in Piazza Matteotti presso la Chiesa dell’Immacolata, da sempre sede degli incontri promossi dal Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua.
Un’iniziativa per celebrare il 10° anniversario del referendum comunale sull’acqua pubblica che si tenne nel 2008 nella città dei Gigli su iniziativa del comitato cittadino, consultazione popolare che aprì la strada ai successivi referendum nazionali del 2011, ma soprattutto per informare i cittadini sul percorso di approvazione della legge d’iniziativa popolare alla Camera, nonché denunciare le ultime pesanti irregolarità dell’Ente Idrico Campano nel difendere la sciagurata gestione Gori.
Prendono parte all’assemblea i rappresentanti della Rete civica per l’acqua pubblica nel Sarnese Vesuviano, e gli amministratori locali dei Comuni in prima linea nel consiglio di distretto per la battaglia sulla ripubblicizzazione del servizio: Raffaele De Simone (Roccarainola), Edoardo Serpico (Scisciano), Massimo Pelliccia (Casalnuovo di Napoli), Manlio Torquato (Nocera Inferiore), Bernardo Califano (Pagani), Roberto Falcone (Angri), Gaetano Ferrentino (Sarno), Francesco Gioia (Fisciano), Vincenzo Fiengo (Cercola).
Concludono i lavori don Aniello Tortora, vicario episcopale della Diocesi di Nola, e padre Alex Zanotelli, figura simbolo del movimento per i beni comuni.
Una mobilitazione democratica per mettere fine alla disastrosa gestione Gori, per sottolineare la gravità dei disservizi subiti dagli utenti, l’aumento continuo delle tariffe, l’assenza di investimenti sulla rete idrica e fognaria, i distacchi irregolari e pretestuosi, le ingiunzioni di pagamento autorizzate con decreto dall’ex ministro Padoan, oltre che la mancata applicazione del referendum popolare che vide ben 27 milioni di italiani esprimersi con chiarezza a favore della gestione pubblica dell’acqua.
“Sono trascorsi 10 anni dal referendum comunale di Nola e 7 dalle consultazioni nazionali – ribadiscono gli esponenti del Comitato civico – la amministrazioni locali e i governi che si sono succeduti hanno fatto di tutto per non rispettare la volontà popolare, per continuare a garantire profitti alle grandi aziende che gestiscono un bene essenziale come l’acqua. Sul nostro territorio subiamo da troppo tempo la gestione dissennata e fallimentare della Gori: continui aumenti tariffari, partite pregresse da 122 milioni che ancora pendono come una spada di Damocle sulla testa di tutti gli utenti, in cambio di nessun investimento per migliorare la rete e una qualità del servizio indecente”.
Così come previsto dalla proposta di legge in via di approvazione in parlamento, la proposta in campo rimane quella di liquidare la Gori e restituire il servizio nelle mani delle comunità territoriali attraverso un’Azienda Speciale Consortile, per una gestione solidale, trasparente, democratica e partecipata dell’acqua bene comune.
Comitato civico per la difesa del diritto all’acqua