Aumentano le istanze di fallimento e gli sfratti per morosità. Il dato emerge da un’indagine del sole 24 ore. Ad Avellino un triste record, unica città campana che vede crescere a dismisura debiti e fallimenti.
La crisi si vede anche dalle cause che finiscono sulle scrivanie di giudici e cancellieri. Aumentano le istanze di fallimento e gli sfratti. Due elementi che fotografno l’impato della recessione sui due assi portanti dell’organizzazione sociale, le famiglie e le imprese. Il dato arriva dal monitoraggio del Sole 24 Ore su un campione di 56 tribunali italiani. In linea generale si contano il 30% di fallimenti dichiarati in più rispetto al 2011 , il 21% di ricorsi per decreto ingiuntivo e il 46% di sfratti per morosità di abitazioni.
Nella classifica del quotidiano economico, che comprende 54 tribunali, Roma è anche la capitale dei fallimenti mentre a Milano si concentra il più alto tasso di debiti e sfratti. Unica città campana a comparire nella triste classifica è Avellino.
Il capoluogo irpino si trova al 23 esimo posto nella graduatoria dei fallimenti e concordati con 234 istanze registrate ovvero + 53 per cento rispetto al 2011.
Nella classifica degli sfratti per morosità invece Avellino slitta al 29 esimo posto con 1070 procedure di ricorso per decreto ingiuntivo, con una variazione del 32 per cento rispetto al 2011. I tanti decreti ingiuntivi sono il chiaro segnale di una situazione di sofferenza e innecsano un meccanismo a catena con i soggetti che si rincorrono per recuperare i propri crediti. In questo scenario si inserisce il nodo, molto sentito ad Avellino, dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. E quel che è peggio è che non si intravedono all’orizzonte segnali di invesrione di tendenza.