È morto a Roma nella sua abitazione Jimmy Fontana. Da tempo malato, arebbe compiuto 79 anni a novembre. Cantautore, contrabbassista, compositore, conobbe il suo periodo di massimo successo negli anni ’60. Tra i suoi brani più notiChe sarà e Il mondo. Era nato a Camerino, il 13 novembre 1934. Gli inizi di Jimmy Fontana, vero nome Enrico Sbriccoli, sono con il jazz. Con il contrabbasso, imparato da autodidatta, frequenta i locali della sua regione, intanto studia da ragioniere e, una volta diplomato, parte per Roma per frequentare l’università, Economia e commercio. Ma gli studi non fermano la sua passione per il jazz, anzi, il contrario. Comincia a frequentare i jazzisti della capitale, poi arriva la collaborazione con la Roman New Orleans Jazz Band e l’università passa sempre più in secondo piano finché non decide di lasciare gli studi per dedicarsi esclusivamente alla sua passione, la muisica. È in quel periodo che sceglie anche un nome d’arte, Jimmy (in omaggio al sassofonista Jimmy Giuffre) Fontana (scelto a caso, così raccontava, dall’elenco telefonico).
La casa discografica Consorti gli fa incidere alcuni standard jazz, entra nella Flaminia Street Jazz Band (composta all’epoca da Giorgio Benigni, Umberto De Nigris, Francesco Tomassini, Raffaele Giusti, Aldo Balzani, Giovanni Spalletti, Sandro Santoni, Wilder Petroselli, Leonello Bionda) e incide con l’etichetta Astraphon. Decide che è venuto il momento di formare un gruppo tutto suo: nasce la band Jimmy Fontana and his Trio con tre dei ragazzi della Flaminia Street, Giusti al pianoforte, Santoni al contrabbasso, Bionda alla batteria. Ed è in questo periodo che trova anche l’amore: Leda, che diventerà sua moglie e gli darà quattro figli, Luigi, Roberto, Andrea e Paola. Alla fine degli anni Cinquanta intraprende la carriera solista e si avvicina alla musica leggera. Il primo successo è con Diavolo che, pubblicata anche in Spagna, gli frutta un terzo posto al Festival di Barcellona. Con Bevo, nel 1960, vince il Burlamacco d’Oro, un concorso musicale a Viareggio. La prima partecipazione al Festival di Sanremo è del 1961: in coppia con Miranda Martino presenta Lady luna, scritta da Armando Trovajoli e Dino Verde. La sua casa discografica adesso è la RCA, il primo brano è Non te ne andare, del 1963, della quale è anche autore insieme a Gianni Meccia e a Lilli Greco. Ma è due anni dopo che ottiene il primo, vero grande successo grazie a Il mondo (testo di Gianni Meccia, musica scritta in collaborazione con Carlo Pes e arrangiamento di Ennio Morricone), in gara a Un disco per l’estate 1965, che sarà poi reinterpretata da artisti internazionali in diverse versioni. Nello stesso anno debutta al cinema in due “musicarelli”: Viale della canzone e 008 Operazione ritmo. Più avanti negli anni parteciperà ad altre produzioni, come il film musicale Io bacio… tu baci e la commediaLa voglia matta.
Da quel momento si susseguono i successi. La mia serenata vince il Disco per l’estate nel 1967 mentre al Cantagiro del 1968 presenta La nostra favola, cover della canzone di Tom Jones Delilah; il lato B del 45 giri La nostra favola è la canzone A te, tratta dall’aria Je crois entendre encore dall’opera di Bizet I pescatori di perle. Nel 1970 ottiene un buon successo anche con L’amore non è bello (se non è litigarello), sigla della trasmissione televisiva Signore e signora, con Delia Scala e Lando Buzzanca). L’anno dopo scrive la musica (in collaborazione con Italo “Lilli” Greco e Carlo Pes) e parte del testo insieme a Franco Migliacci di Che sarà: l’idea è di presentarla a Sanremo e Fontana è il produttore, a Los Angeles, di Josè Feliciano che registra tre versioni della canzone: in italiano, in spagnolo (Que Serà) e in inglese (Shake a Hand).
Ma rientrato in Italia lo aspetta una delusione: niente Sanremo, la RCA ha deciso di sfruttare la canzone per consacrare al successo un nuovo giovane gruppo, i Ricchi e Poveri, che si erano fatti notare l’anno precedente al Festival interpretando, con l’autore Nicola Di Bari, La prima cosa bella. Fontana, che in quanto autore ha diritto all’ultima parola, non concede l’autorizzazione. Ma la RCA di fatto lo costringe, affermando che senza i Ricchi e Poveri il brano non avrebbe partecipato ad alcun Festival. Che sarà si piazza seconda ma è prima nelle vendite tanto da rivelarsi, ancora oggi, una delle canzoni italiane più famose, riprodotte ed eseguite nel mondo.
Dopo la vicenda legata a Che sarà, Fontana non ottiene più il successo del decennio precedente e per alcuni anni interrompe l’attività e si trasferisce a Macerata, dove apre un bar che gestisce per cinque anni. Il ritorno è nel 1979 con Identikit, sigla della serie tv Gli invincibili (più tardi un’altra canzone, Bambola bambina, verrà usata come sigla per una serie tv, La donna bionica), che riscuote un discreto successo, confermato poi da Beguine, presentata al Festival di Sanremo 1982. Negli anni successivi tenta il rilancio con il gruppo I Superquattro insieme a Gianni Meccia, Nico Fidenco e Riccardo Del Turco, con i quali partecipa a molti programmi tv. Fra le sue ultime apparizioni, il Festival di Sanremo del 1984, nel gruppo Squadra Italia, appositamente costituito per l’occasione: il brano era Una vecchia canzone italiana.
Le reazioni. Il primo a commentare la scomparsa di Fontana è Tony Renis: “Era un grande amico, un grande artista e un grande compositore, ma soprattutto una grande persona con la quale ho avuto sempre un rapporto leale. “Ci siamo incontrati l’ultima volta lo scorso anno, e ripromessi di vederci più spesso. Poi, però sono ripartito per gli Stati Uniti e quindi non ho avuto più la possibilità di vederlo”. Edoardo Vianello ha affidato la sua reazione a un tweet: Ci ha lasciati Jimmy Fontana. Sono vicino alla famiglia con tutto il cuore.
FONTE: REPUBBLICA