Adolescenti abbandonati, violentati, sfruttati, vittime inconsapevoli di un mondo che mostra il suo “volto peggiore” e purtroppo, quel “mondo” è rappresentato inesorabilmente da un genitore, un amico di famiglia, un parente, insomma, qualcuno in cui la vittima ha riposto fiducia.
L’ultimo caso di cronaca locale è solo uno del copioso elenco, dunque anche la provincia di Avellino non si sottrae e attesta un triste primato.
Il fatto è noto: ”una ragazzina di tredici anni sarebbe stata vittima di violenze sessuali, perpetrate per anni in suo danno, da parte di un artigiano del posto e l’autista di un pulmino al servizio di un centro assistenza disabili.
I due avrebbero approfittato in più occasioni della ragazzina con lievi problemi psichiatrici, la quale avrebbe raccontato l’accaduto sia ad una psichiatra che alle forze dell’ordine, facendo innescare le indagini che si riferirebbero ad un lungo periodo che va dal 2013 al 2014. Inoltre, sembrerebbe che nel corso dell’espletamento delle indagini sarebbero emerse anche violenze su altre due minori, sempre con lievi ritardi mentali”. Tali accertamenti hanno consentito di arrestare i due uomini di 44 e 31 anni, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Avellino su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino, diretta dal Procuratore Dott. Rosario Cantelmo, firmata dal Gip Antonio Sicuranza.
La notizia lascia perplessi e sgomenti poiché conferma che a subire maggiormente sono sempre i più deboli e gl’indifesi.
Non si può che provare avversione e ripulsione per tanta grettezza mentale, né tuttavia, si può essere benevoli con la famiglia delle vittime, sempre.
Troppo spesso, il degrado, la povertà, l’ignoranza, sono complici di tali vicende.
Le violenze si protraevano da anni, i violentatori erano persone note e conosciute dalla famiglia della vittima, anzi, sembrerebbe che spesso uno dei due aveva il permesso di lavare i capelli alla ragazza, per potersi così più facilmente intrattenere con lei da solo.
Fortunatamente la ragazzina si è imbattuta in una professionista che le ha dato ascolto e le ha creduto, fortunatamente le Forze dell’Ordine hanno immediatamente dato impulso alle indagini, sfortunatamente però, la macchina della giustizia ha tempi che non si armonizzano con l’urgenza di salvaguardare un adolescente violato nel corpo e nella mente.
Anni d’indagini si traducono con anni di violenze ed abusi, durante i quali “gli adulti” sapevano e tacevano, vedevano e ignoravano, nel frattempo, i segni indelebili delle violenze hanno avuto il tempo di divenire irreversibili e permanenti, su corpi che già la natura aveva segnato.
Recentemente Papa Francesco ha espresso concetti molto profondi e significativi sui figli, soprattutto quelli vittime degli adulti belligeranti; ha contestualizzato l’argomento con riferimento ai figli dei “divorziati”, ma le parole pregnanti si prestano ad un’accezione universale, atteso che, quando la famiglia vacilla, si sgretola e ambisce al “dio denaro” per qualunque motivazione o in qualunque forma si manifesti, si perdono di vista i sentimenti, i valori e soprattutto il grande compito/dovere che ogni genitore dovrebbe avere, di salvaguardare “l’individualità” di un figlio, senza renderlo vittima, senza crearne un clone privo di volontà e senza ridurlo a mero esecutore di una volontà trasfusa da un adulto frustrato ed inebriato dall’effimero.
Così Papa Francesco parlando delle “ferite dell’anima”, pone in essere un monito ai genitori “sordi e ciechi” per convenienza, sottolinea la generica bravura a parlare di “disturbi comportamentali, di salute psichica, di benessere dei bambini, di ansia dei genitori e dei figli” senza sapere che cosa sia “una ferita dell’anima”.
“Sentiamo il peso della montagna che schiaccia l’anima di un bambino nelle famiglie in cui ci si tratta male? E ci si fa del male? Quando gli adulti perdono la testa, quando pensano solo a se stessi, quando papà e mamma si fanno del male l’anima dei bambini soffre molto prova senso di disperazione e sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita”.
E’ importante che le famiglie abbiano a cuore l’integrità fisica e mentale dei propri figli, che sappiano riconoscere il pericolo per evitarlo piuttosto che “andargli incontro”, se questo non accade, la famiglia non è immune da responsabilità, ma complice silenziosa di “ferite dell’anima” che il tempo può solo rendere indelebili, giammai guarire.
Presidente Avv. Tiziana TOMEO