a cura del dott. Stefano Scafuri
“Da domani dieta”, “Domani ti porto a fare la dieta”, “Finiscila di mangiare altrimenti subito a dieta”… Poveri bimbi, fidanzati, mariti!!! E intanto in Tv il programma Masterchef raggiunge ascolti da capogiro e, nella maggior parte dei casi, celebra sempre di più la figura dell’uomo come il nuovo “faro” della cucina. Certo l’idea della nonna o mamma di turno che si diletta ai fornelli con dolci, pasta al forno e pizza fa parte della tradizione nostrana e sarebbe un peccato perderla. Le mamme e le mogli, nella maggior parti dei casi, si prendono la responsabilità di portare i propri figli e i propri mariti da uno specialista perché a quanto dicono da sole non ce la fanno e necessitano di un aiuto per mettere i propri cari in riga. Siamo sicuri che queste figure siano esenti da colpe? E’ preferibile che al momento della consulenza, fase in cui si parla di patologie in corso, familiari e anamnesi nutrizionale del paziente, le mamme o mogli siano presenti nello studio in modo da comprendere le loro eventuali responsabilità, partendo sin dal momento dell’acquisto di alcuni prodotti all’interno del supermercato, destinati in qualche “magico” cassetto che diventa la principale attrazione per il bimbo a merenda e proseguendo con l’errata preparazione in cucina. Ovviamente, in questi casi, diventa un pochino più difficile per il bimbo o marito di turno riuscire nel arduo compito di perdere il chiletto di troppo. Purtroppo numerosi studi hanno dimostrato che la gastronomia tradizionale non sempre fornisce garanzia per la salute a lungo termine e può essere necessario un cambiamento facendo riferimento ai modelli di prevenzione della sindrome metabolica e la struttura di una nuova gastronomia metabolica richiede l’educazione gastronomica come supplemento cognitivo e comportamentale. Il suo specifico obiettivo è quello di salvaguardare la salute “a lungo termine” con il risparmio mirato di grassi e calorie inutili, senza penalizzare l’appetibilità e la “sazievolezza” delle preparazioni gastronomiche. Cimentarsi direttamente ai fornelli, imparando i piccoli trucchi per cucinare in maniera sana, ma anche divertente e semplice, è il segreto per seguire un’alimentazione corretta e soprattutto per mantenere nel tempo i risultati ottenuti con la dieta.
Il nemico numero uno ormai sono diventati i grassi, e in particolare quelli saturi e il colesterolo. “Il controllo intelligente dei grassi alimentari” Bisogna insegnare ad entrare in cucina perché cucinare senza grassi è molto difficile. E’ necessario limitare l ‘assunzione di tali grassi e in particolare quelli di origine animale e quindi non eccedere in quantità di grassi ed oli da condimento, limitare il consumo di condimenti di origine animale in quanto ricchi di grassi saturi e quindi limitare l’uso di burro, lardo, pancetta, panna, preferire i grassi da condimento di origine vegetale come gli oli specialmente l’olio extravergine di oliva, limitare il ricorso alla frittura ed evitare la riutilizzazione dei grassi già cotti, preferire le carni magre eliminando la pelle ed il grasso visibile, leggere le etichette nutrizionali dei prodotti alimentari trasformati, confezionati e dei dolci perché contengono quote di grassi saturi non trascurabili, limitare il consumo di alimenti ricchi dì acidi grassi trans quindi prodotti da forno confezionati (biscotti, merendine, snack), patatine fritte in busta, margarine a panetti non spalmabili. Altro errore grave in cui purtroppo ,gli italiani in particolare, ricadono spesso è quello di consumare quantità di sale (cloruro di sodio) in quantità molto maggiori rispetto al previsto (6 grammi al giorno=2,4 grammi di sodio) e ciò ,specialmente in persone predisposte, può favorire l’istaurarsi di ipertensione arteriosa; in tal caso quindi è fondamentale comprendere che il sale di cui abbiamo bisogno è già contenuto negli alimenti allo stato naturale e quindi nella preparazione casalinga dei cibi occorre ridurre progressivamente l’aggiunta fino ad arrivare ai livelli minimi atti a soddisfare il palato, dare la preferenza ad erbe e spezie aromatiche, contenere consumo di quei prodotti confezionati nei quali il contenuto di sale è più elevato. Affinché si acquisisca tale educazione, in cucina un aiuto pratico sono le “mappe concettuali”: ossia ricette in forma visiva che danno subito l’idea degli ingredienti e che aiutano a preparare i piatti con più facilità. Oltre alla quantità e alla qualità, bisogna considerare anche la conservazione in quanto se inadeguata può causare alterazioni degli alimenti. La conservazione per tempi brevi va fatta in frigorifero ad una temperatura di 4-5° in contenitori o confezioni separate ed integre. La conservazione per tempi più lunghi invece in congelatore alla temperatura di 180 °; la conservazione avviene in piccoli confezioni che riportano la data di surgelazione. Il metodo migliore per scongelare i prodotti in modo che non perdano le caratteristiche organolettiche e nutrizionali, è quello di cuocerli in forno al microonde oppure direttamente in acqua bollente o in un tegame ad alta temperatura e se ciò non è possibile vanno fatti scongelare in frigorifero lentamente. E’ importante ricordare che per i prodotti di origine animale lo scongelamento non deve mai avvenire a temperatura ambiente o a bagno in acqua.
E’ anche vero che forse non tutti parteciperanno a programmi televisivi e riceveranno premi ambiti ma diventare i Masterchef della propria cucina forse può essere il primo “step” reale di prevenzione per i propri cari. #Nonèpoicosidifficilemangiaresano#