a cura del dott. Stefano Scafuri
“Dottò, ecco mia figlio/a. Guardatelo/a, guardate qua. Come è possibile? Come devo fare? Quando esce con gli amici? Eppure io e il padre/la madre siamo magri? Ah, sì, avrà preso dai nonni! I vestiti gli vanno tutti stretti, gli amichetti lo/la insultano e poi come fa a trovare la fidanzatina/o?…dobbiamo trovare una soluzione!!!!”
Tanti sono stati i tentativi – ahimè spesso falliti – riguardo al trattamento collettivo dell’obesità infantile. Ad esempio, il programma LEAP (Live, Eat, and Play) ha chiaramente evidenziato che l’educazione da sola, o la solita cura dietetica, non è sufficiente a produrre modifiche significative del peso del bambino. Modifica dello stile di vita, variazione nell’intake calorico e coinvolgimento dell’intero nucleo familiare dovrebbero andare di pari passo. Riguardo a quest’ultimo punto, brevemente accennato nei precedenti articoli (vedi “Masterchef”), vari studi dimostrano che il coinvolgimento del nucleo familiare in trattamenti educazionali mirati alla perdita di peso determina una significativa riduzione di peso (fino al 20-25 %) rispetto alla singola prescrizione dietetica. La struttura familiare è un potenziale fattore nella definizione del profilo di rischio per l’obesità infantile; infatti il bambino, talvolta anche inconsciamente, attua un processo di apprendimento e di emulazione che – ahimè – spesso si traduce nell’acquisizione di un modello obesiogeno. D’altro canto errore comune, da parte dei genitori, è quello di usare il cibo come possibile fonte di compensazione e gratificazione dei bisogni emozionali dei figli, interferendo cosi con la capacità del bambino di regolare la propria alimentazione. La “soluzione”? Trasformare in norma comportamenti alimentari adeguati e uno stile di vita sano ed iniziare a dare il “buon esempio”.
-Pianificare pasti salutari.
-Acquistare alimenti con grassi “buoni” diminuendo in casa i pasti ad alta intensità calorica.
-Servire frutta e verdura ai pasti e consigliarli come spuntini.
-Limitare i pasti fuori casa (es. accesso ai fast food).
-Realizzare una scheda di attività settimanale (organizzarsi con altri bambini, fornire attrezzature per esercizio, ecc.) e se possibile una scheda di attività che coinvolga tutta la famiglia.