Alla Malzoni di Avellino le ultime soluzioni per milioni di maschi italiani che dopo l’asportazione radicale della prostata soffrono di incontinenza urinaria non trattabile con terapie farmacologiche e riabilitative. Le nuove frontiere presentate al recente congresso Nazionale UrOp – Urologi dell’Ospedalità Privata che si è svolto ad Abano Terme (PD),puntano sullo sfintere artificiale AMS e sull’inserimento di sling (retine) che, poste sotto l’uretra, ripristinano la normale continenza.
“L’incontinenza urinaria da sforzo (IUS)” , spiega il dottor Stefano Pecoraro, Presidente UrOP e Direttore Andrologia Chirurgica della Clinica Malzoni di Avellino, consiste nella perdita involontaria di urina che si manifesta in seguito a un piccolo sforzo, come un colpo di tosse, sollevare una borsa, da sempre appannaggio del mondo femminile, colpisce ora sempre di più l’uomo. E’ causata dall’indebolimento – che spesso si verifica dopo l’asportazione della prostata – dello sfintere dell’uretra, quel muscolo a forma di anello che funziona da “rubinetto ” rilasciandosi per la minzione e contraendosi per trattenere le urine. L’incontinenza urinaria è un disturbo che condiziona pesantemente chi ne è colpito, innescando ansia, depressione e isolamento legati al continuo timore di perdite improvvise di urina. Incide pesantemente sulla qualità della vita, sui rapporti sociali, sull’intesa di coppia e sulla sessualità; solo una minoranza di soggetti che ne sono vittime, vincendo vergogna e imbarazzo, si rivolge all’urologo mentre gli altri si rassegnano ai pannoloni: 300 milioni di euro l’anno che gravano sul nostro Sistema Sanitario Nazionale. L’incontinenza urinaria che può manifestarsi subito dopo la prostatectomia è molto frequente – fino al 60% dei casi – e nella maggior parte si risolve o si riduce. La prima misura terapeutica è la riabilitazione del pavimento pelvico che accelera e favorisce la ripresa del regolare flusso di urina. Tuttavia percentuali variabili dal 10 al 20% di pazienti operati rimangono incontinenti. In questi casi il trattamento più efficace è l’applicazione dello sfintere artificiale (il più collaudato è l’AMS 800), che va riservato alle forme più gravi. Lo sfintere artificiale AMS 800 indicato quando per danni o lesioni allo sfintere urinario, l’uretra non si chiude più e causa continue perdite di urina. Il dispositivo ripristina la normale funzionalità dello sfintere e la continenza – con l’impianto, in anestesia spinale, di una cuffia intorno all’uretra collegata a un palloncino e una pompetta posta all’interno dello scroto che il paziente preme quando avverte lo stimolo a urinare. In pazienti con incontinenza lieve-moderata e non trattati con radioterapia si possono ottenere ottimi risultati grazie alle più recenti tecniche di chirurgia mininvasiva basate sull’applicazione di una sling (retina) sottouretrale che riposiziona l’uretra, dislocata dall’intervento sulla prostata, nella sua sede anatomica naturale. L’intervento si effettua in anestesia loco-regionale e con pochi giorni di ricovero. Questa tecniche sono disponibili oltre che alla clinica Malzoni di Avellino anche in altri centri ospedalieri italiani, a totale carico del SSN . “In particolare l’impianto dello sfintere artificiale” precisa infine lo specialista, “che richiede un accurato studio diagnostico ed elevata esperienza, è riservato solo a centri altamente specializzati”.