La denuncia è dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità la quale afferma che gli insaccati fanno danni alla salute come il fumo e l’amianto. Sotto accusa i wurstel, le carni in scatola, ma anche la carne rossa ‘fresca’, seppure con un rischio meno grave. Il rapporto è scaturito sulla base di ben 800 studi precedenti, sul legame tra una dieta che comprenda le proteine animali e il cancro, va di suo le attuali raccomandazioni “a limitare il consumo di carne”. Gli esperti dichiarano che per ogni porzione di 50 grammi di carne lavorata consumati al giorno aumenta il rischio di cancro del colon-retto, al pancreas e alla prostata. Quindi le carni lavorate come i wurstel sono ritenute cancerogene e vanno inserite nel gruppo 1 delle circa 115 sostanze che causano il cancro a pericolosità più alta, come il fumo, l’amianto, l’arsenico e il benzene. Meno a rischio le carni rosse non lavorate, inserire fra le ‘probabilmente cancerogene’. Le carni lavorate, spiega l’Oms, includono le carni che sono state trasformate “attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione”. No anche alle carni “bruciacchiate” sicuramente le più saporite ma le più tossiche, perché contengono idrocarburi.