Il Napoli vince ma le pizzerie e i ristoranti sono semivuoti. Un calo che il sabato sera si attesta intorno al 30% su scala cittadina, con picchi del 40% nei quartieri popolari o meno attraversati dai flussi turistici. A lanciare l’allarme all’Adnkronos è Massimo Di Porzio, presidente di Assoristoratori di Confcommercio Napoli, che denuncia una situazione analoga a quella che si presentò due anni fa, quando il Napoli si affacciò per la prima volta in Champions League.
I NUMERI – Il Napoli ha già giocato sette partite su sette in prima serata o alle 18: dall’inizio del campionato alla pausa natalizia, saranno 15 su 17 le sfide di Serie A che il Napoli avrà giocato agli stessi orari, alle quali andranno ad aggiungersi le restanti cinque partite del girone di Champions. Solo in due casi quindi, contro il Livorno alle 15 e contro il Torino alle 12.30, il Napoli giocherà alla luce del sole. “Non siamo contro il Calcio Napoli – assicura Di Porzio – ma bisognerebbe trovare un giusto equilibrio. Ci rendiamo però conto, purtroppo, che abbiamo a che fare con interessi economici molto più grandi di noi”.
LA LETTERA – L’intenzione dei ristoratori napoletani è quella di scrivere una lettera aperta rivolta alla Lega Calcio e al presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis: “Se è davvero impossibile evitare le partite serali per gli impegni della squadra in Europa – spiega Di Porzio – chiediamo almeno di evitare che si giochino troppe partite i sabato sera, momento nel quale si concentra il maggior lavoro per i ristoratori. Perdere il 30% o in alcuni casi il 40% dell’incasso, per un pubblico esercizio è tantissimo, in un momento già difficilissimo per l’economia cittadina”. A poco o nulla è valsa la scelta di chi ha dotato il proprio locale di pay per view: “Bisogna affrontare un costo mensile molto alto – spiega il presidente di Assoristoratori Napoli – e non ci sono stati grandissimi ritorni. La pizzeria può riempirsi, ma la qualità della consumazione, spesso limitata a una pizza o una birra, è molto diversa rispetto a un sabato senza partita. Poi c’è chi non vuole vedere la partita, e paradossalmente può essere più conveniente intercettare quel tipo di clientela rinunciando alla tv”. “Faremo presente il nostro problema sperando di avere risultati migliori rispetto a due anni fa – aggiunge – anche se i calendari sono già decisi fino a Natale. Cercheremo di sensibilizzare per arrivare a un giusto equilibrio, magari cercando di giocare il sabato solo quando l’impegno in Champions è fissato al martedì seguente”.