Sono sempre di più i pensionati in apprensione, per le lettere che giungono dall’INPS, con le quali si chiede la restituzione di somme, spesso a quattro zeri , relative a importi che l’Ente avrebbe erroneamente erogato ai destinatari della missiva . In molti casi tratta di somme ricevute dal Pensionato, per esclusivo errore da parte dell’INPS e di cui l’Istituto previdenziale chiede la restituzione, in unica rata o con possibilità di rateizzazione. Appare evidente, secondo il Partito Pensionati – ha dichiarato il segretario nazionale, Carlo Fatuzzo – che quando l’errore è dell’Inps , anche alla luce della sentenza della Cassazione del gennaio 2017, la stessa non potrebbe operare il recupero . I pensionati destinatari delle lettere di “restituzione”, generalmente sono anziani, spesso malati ed hanno difficoltà a far valere le loro ragioni . Avverso le richieste dell’INPS, è possibile il ricorso e comunque è opportuno che alla ricezione dell’invito INPS a versare la somma richiesta , l’interessato valuti l’opportunità di tutelarsi legalmente, rivolgendosi immediatamente ad un Patronato o ad un legale di fiducia , facendo particolare attenzione ai termini di scadenza del ricorso stesso. Il Partito Pensionati – ha concluso Fatuzzo – spera che la sentenza della Cassazione in materia , possa fermare l’ondata di inviti a restituire somme erroneamente percepite , che tante preoccupazioni e scompiglio sta creando fra i pensionati interessati a questo problema.